ROMA - Punire i bestemmiatori nel calcio è una violazione della libertà  d'espressione. Il sindacato internazionale dei calciatori FifPro  contesta le norme severe volute dalla Federazione italiana. "Come  chiunque altro i giocatori hanno il fondamentale diritto di espressione -  sostiene sul sito dell'organizzazione l'avvocato olandese Wil van Megen  -. Ognuno ha il diritto di dire ciò che vuole, anche se può essere  spiacevole".    Il legale critica aspramente la Figc, che ha introdotto  l'espulsione e la prova televisiva per giocatori e allenatori blasfemi.  "In base alle norme nazionali e alla legislazione internazionale, la  libertà di espressione può essere rivista soltanto con un atto del  Parlamento - si legge sul sito -. Il potere di una federazione sportiva  non può essere esteso ai diritti fondamentali". "Se la Figc vuole punire  - conclude -, lo può fare solamente con l'appoggio del Ministero della  Giustizia. Ma (...) nessun governo ha fatto qualcosa del genere negli  ultimi 100 anni".    Van Megen sostiene di aver difeso con successo un  giocatore olandese espulso per una bestemmia e che ora in Olanda al  massimo gli arbitri mostrano il cartellino giallo. La soluzione per la  FifPro è semplice: educazione, non repressione. E ricorda come i  calciatori italiani si siano lamentati per le squalifiche.     "Hanno  perso una buona occasione per tacere", replica lapidario alla FifPro il  presidente del Coni Gianni Petrucci, ispiratore delle nuove regole della  Federcalcio.     "E' giusto vietare le bestemmie, sono un atto  volgare", dice il vicepresidente della Figc Demetrio Albertini, ex  calciatore, cattolico e con un fratello prete.     Un altro credente  famoso, Giovanni Trapattoni, ricorda cosa diceva ai giocatori che  bestemmiavano: "Ma se sei un somaro, cosa c'entra Dio?". Il ct della  cattolicissima Irlanda si chiede: "Vietiamo il fumo in panchina e poi  consentiamo questo?".     Sorpreso il presidente dell'Assoallenatori  Renzo Ulivieri. "Non l'avevo mai considerata dal punto di vista della  libertà d'espressione - ammette -, ma non penso che usare un linguaggio  blasfemo sia giusto. Ci vuole educazione".     "Non scomodiamo i diritti  umani, è una questione di buon senso", dice monsignor Claudio Paganini,  cappellano del Brescia. Che ha sentito bestemmiare anche il buddista  Roberto Baggio, quando giocava nelle rondinelle. Ma nemmeno lui, come i  suoi colleghi, "ha mai invocato la libertà d'espressione".mercoledì 24 marzo 2010
''Bestemmie? Vogliamo libertà d'espressione" - Il sindacato mondiale dei calciatori contro la Figc
ROMA - Punire i bestemmiatori nel calcio è una violazione della libertà  d'espressione. Il sindacato internazionale dei calciatori FifPro  contesta le norme severe volute dalla Federazione italiana. "Come  chiunque altro i giocatori hanno il fondamentale diritto di espressione -  sostiene sul sito dell'organizzazione l'avvocato olandese Wil van Megen  -. Ognuno ha il diritto di dire ciò che vuole, anche se può essere  spiacevole".    Il legale critica aspramente la Figc, che ha introdotto  l'espulsione e la prova televisiva per giocatori e allenatori blasfemi.  "In base alle norme nazionali e alla legislazione internazionale, la  libertà di espressione può essere rivista soltanto con un atto del  Parlamento - si legge sul sito -. Il potere di una federazione sportiva  non può essere esteso ai diritti fondamentali". "Se la Figc vuole punire  - conclude -, lo può fare solamente con l'appoggio del Ministero della  Giustizia. Ma (...) nessun governo ha fatto qualcosa del genere negli  ultimi 100 anni".    Van Megen sostiene di aver difeso con successo un  giocatore olandese espulso per una bestemmia e che ora in Olanda al  massimo gli arbitri mostrano il cartellino giallo. La soluzione per la  FifPro è semplice: educazione, non repressione. E ricorda come i  calciatori italiani si siano lamentati per le squalifiche.     "Hanno  perso una buona occasione per tacere", replica lapidario alla FifPro il  presidente del Coni Gianni Petrucci, ispiratore delle nuove regole della  Federcalcio.     "E' giusto vietare le bestemmie, sono un atto  volgare", dice il vicepresidente della Figc Demetrio Albertini, ex  calciatore, cattolico e con un fratello prete.     Un altro credente  famoso, Giovanni Trapattoni, ricorda cosa diceva ai giocatori che  bestemmiavano: "Ma se sei un somaro, cosa c'entra Dio?". Il ct della  cattolicissima Irlanda si chiede: "Vietiamo il fumo in panchina e poi  consentiamo questo?".     Sorpreso il presidente dell'Assoallenatori  Renzo Ulivieri. "Non l'avevo mai considerata dal punto di vista della  libertà d'espressione - ammette -, ma non penso che usare un linguaggio  blasfemo sia giusto. Ci vuole educazione".     "Non scomodiamo i diritti  umani, è una questione di buon senso", dice monsignor Claudio Paganini,  cappellano del Brescia. Che ha sentito bestemmiare anche il buddista  Roberto Baggio, quando giocava nelle rondinelle. Ma nemmeno lui, come i  suoi colleghi, "ha mai invocato la libertà d'espressione".
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5 commenti:
HAHA, coach, ti hanno fatto un tapin imperdibile. Complimenti per l'anagramma, l'avrai preso dalla Settimana Enigmistica di Don Zauker, immagino.
Buddha ha più senso dell'umorismo, e si farebbe una grossa risata
giusto!
Viva la libertà!
ma mannaggia il genitivo sassone della moglie del sindacalista cgil anni 80!
ma se agli iuventini non lasciamo nemmeno la bestemmia, che gli resta?
meno male che al TTT Coloseum c'è il minareto invece del campanile!
Ve l'avevo detto che prima o poi Benny con le sue lobby se sarebbe incazzato!
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