Aah, che bella la tradizione. Era parecchio che il malumore si era impadronito del coach, che sbrigava la pratica pagellone come per dovere di cronaca, senza riuscire a gonfiarlo dei suoi soliti fischioni da onnipotente, quasi fosse un commento attendibile. Ha! Un obbbrobbrio, noioso e blasfemo.
Costretto a occuparsi di questioni religiose, di politica, di terremoti, tutte faccende con le quali il suo fantastico mondo ha contatti talmente labili da non sapercisi ritrovare. Finendo per dichiararsi d'accordo con Serusuke! no, dico... Il suo mondo non può comprendere in sé istanze di tale portata; è molto, molto più semplice (i maligni direbbero primitivo, ma i maligni, quelli della Caina, ben più primitivi sono). Un simbolo lo sintetizza in ogni suo aspetto, Legrottaglie.
Ma tra le righe dei suoi resoconti si palpava il timore che montava di settimana in settimana, tra i cazzottoni di moaithai: l'incertezza sul futuro del terzo tempo. Ed ecco che, dopo un'insopportabile astinenza, finalmente si torna a una competizione a tutto tondo, e lui, garrulo come un bimbotto stranamente pelato e barbuto, può riprendere a strombazzare contro Vicienzo, contro Bruno, contro tutti i suoi compagni, colpevoli di non capire che quelle ciabattate date al pallone che nemmeno il dottor Scholl's si sarebbe spiegato, altro non erano che i suoi traccianti, astri nel firmamento del calcetto. E tutto tondo, è finalmente il cerchio che si stringe attorno al tavolo di viacapopeloro. Anche se manca il più tondo dei teatranti, trattenuto da intossicazione da riso integrale (no comment). Il toscoumbro cerca di arrivare più tardi possibile, per mistificare la commozione (non quella cerebrale, come Leo) e l'ansia di ritrovare le sicurezze di sempre. Ma l'anima della tribù, il cuoco errante, ha capito tutto questo, attraverso la fitta gragnuola di insulti che lo ha accopagnato ieri come tutti i lunedì di assenza forzata dai campi. E lo ripaga nel segno della più rassicurante tradizione. Basta raffinatezze culinarie incomprensibili ai palati boscaioli, si torna ai fasti semplici dell'antico. Ed eccoli, tutti ebbri di mojito, infuocati di 'nduja, gonfi di pasta alla gricia, addolciti da cioccolate sopraffine. Non si parla molto, stasera, sembra scomparsa ogni volgarità da spogliatoio, non c'è juve, non c'è rissa sull'analisi della partita, la parola fica appena evocata per non rischiare di essere additati per pijanculo.
Nessuno disturba, il silenzio è quasi ieratico: ssst, c'è il Terzo Tempo.
7 commenti:
Ecco, bravo...
Lei faccia la gricia, che le viene puro bene e lasci il calcetto agli atleti ANCORA IN ATTIVITA'...
coach = belpietro
seru = baricco
leo = leo
bebo = bebo alla -1
luca = pi greco mezzi al quadrato
Bebbo, ma che sei stato a Milano? sei chiaro come Plotino...
A proposito... Ah Plotì, coraggio che l'anno prossimo torna il Capitano e Calone se ne va...
per favore, imbrattate i siti zebrati e lassate perde questi, quattro picchi dalla Laziu...
che vergogna! manco co 'a lazzio...
sta vecchia signora è popio stanca
Almeno noi l'avemo presi in due partite...
A voi n'è bastata una, per pijanne 4...
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