mercoledì 15 dicembre 2010

la bellezza del somaro, terzo tempo n. 57

Ma che Castellitto e Mazzantini, mandateci solo la Bobulova e il cinema lo giriamo noi, meglio;
bando alle storie, la costruzione di una vittoria va
documentata in ogni sua fase. Non è che il Teatro si
presenta così, a caso, a fare la partitella scapoli
ammogliati e ottiene i risultati senza preparazione.
Non è che chiunque bussa alla porta, chiede che c'è per
cena, e si vede servire quello che passa sul campo che conta,
quello del salotto.
No.
Mesi, e poi giorni, e poi ore di paziente preparazione
sono necessarie alla confezione di un evento che a qualcuno
può sembrare naturale. Sudore, chilometri e sangue,
servono.
Così, prima il capitano si reca in terre esotiche, dove
fa cambusa di promettenti leccornie.
Poi passa la mano al cuoco, che studia;
quindi inizia la fase creativa, e il trionfo è servito.

Così, quando ancora i finanza-boys annoveravano tra le loro
file personaggi come l'Airone, Bebo andava a studiare il nemico
in casa, recandosi in salento e poi battendo tutto il Gargano
alla ricerca del cuore più genuino dell'anima pugliese.
Ne tornava sconfortato, anzi no. I pugliesi sono cocciuti come
somari, esplodeva, fatelo dire a me che una bella ciuchina me
la sono sposata.
E sia!
Stipato un fagotto di somaro sul sedile accanto al guidatore e
un secondo nel portabagagli della Beb-mobile, il capitano si
precipitava in una 600km non stop per atterrare direttamente
a città giardino, e riempire la cambusa dell'ebbro errante.
Una bottiglia scampata agli ultimi baccanali veniva
immolata per ammorbidire il cuore legnoso della pregiata polpa.
L'asino è una bestia che non si arrende.
Dopo 42 ore di marinatura e una violenta rosolatura era
ancora duro come il cuore di Vasco.
Ma la pazienza di Serusuke è superiore alle bestemmie del
Coach, e alla fine,
ora dopo ora, la bestia cede sempre alla costanza di una
mente superiore. Così, ammansito il toscoumbro, anche
lo stufato si ammorbidiva, e dopo un match tiratissimo,
la vittoria arrideva ai soliti audaci.
Non c'era bisogno di votare, non c'era bisogno
di Scilipoti per confermare la piena fiducia
a questa compagnia; che somari possono essere definiti tutti
ma traditori della casacca e della forchetta, mai!







1 commento:

The Coach ha detto...

Il Teatro vince sempre le battaglie che contano davvero! E ancora una volta, come in tutti i grandi match che si combattono con coltello e forchetta, in console c'è un grande condottiero padellato!