E’ un periodo che ti distrai un attimo e il moVimento dei
cinque subisce un tonfo. Ieri, la
formazione nostrana in crollo di adesioni, ha provato ad appoggiarsi alle
glorie del Collettivo Parente, ma ha evitato l’estinzione grazie ai
sacrifici della vecchia guardia teatrante.
Perdere con un gol di scarto, tipo 12 a 11, non può
essere considerato una batosta, ma una difesa onorevole. E’ quello che è
successo ieri, a partire dal minuto 6 di gioco. Peccato per quei primi cinque
minuti, nei quali la Caina ha buttato in fondo al sacco sette biglie, con una
media di un fischione ogni 42 secondi.
Effettivamente la colpa era stata del Fiordello, che aveva
chiamato due validi parenti, convincendoli che bastasse muoversi in campo come
lui, nessuna parola che riguardasse, che so, una corsetta.
E poi, rivenire su quando i finanzieri in grande spolvero
sentono odore di sangue, diventa impresa titanica.
I nostri ci si sono messi, hanno cominciato a macinare e a
rispondere sberlone su sberlone, riuscendo a contenere Marazico con un Bebo umile e
caparbio, alzando il baricentro con Chico parente (nun s’è smosso dall’area
piccola avversaria) giovandosi dei dribbling di un Edo parente ritrovato, dopo
la prima mezz’ora in cui non si è mosso; e con il grande dinamismo di Sergio,
che a volte era fine a se stesso, altre ha pagato nei ripiegamenti e nella
riproposizione in avanti.
Il risultato di un’ora è venti di gioco è dunque il 12+7 –
11 che non ci fa contenti, ma ci irride meno del temuto.
Pagellone
Fiordello: fisso in porta per consentire il gioco dei
nostri, quando c’è da metterci la figura lo fa, quando c’è da creare momenti di
ilarità pure; il gol più bello subito è una loffia di testa da tre metri tra le
gambe. 5+
Duilio: non è nei suoi cenci, nemmeno si incazza. Troppa
palestra e poche ripetute a villa Ada, la sazietà da post-derby, oltre agli
antibiotici, ne fiaccano lo spirito combattivo che gli conosciamo. 5-
Edo: non si capacita, quasi si offende di fronte a sti
pischelli che corrono e dribblano come lui negli anni ’80. Poi si ricorda e ci
prova, un tempo era lui il falco in area avversaria, ci mette un po’ di
orgoglio e salva la prestazione con rispolverata tigna. 5
Chico: lui tigna ce la mette da prima, e strilli pure. Si
contano un paio di passaggi ai compagni in tutta la partita, il doppio del
solito e il doppio delle volte che è tornato in copertura. Ma combatte con
ferocia e tecnica che nel Teatro si vedevano solo nel Fiordello (correva l’anno
1978). Trova il suo capro espiatorio ideale in Seru, che incita come avesse
polmoni e gambe di Briegel nel campionato 1984-85, imputandogli (regolarmente dall’altro
lato del campo) di non coprire contemporaneamente su Marazico-Pasquale-Bove, che
non lo sai che fanno così??, e poi essere fresco e lucido nel servire la palla
in attacco, a lui. Si strappa prima della fine. 6
Serusuke: nei 16 km che corre (glielo riconosce solo Edo)
copre tanto, viene infilato tanto e si ripropone tanto, siglando anche tre reti
della remuntadina; è in infermeria con distorsione che si è tenuto in silenzio
per mancanza di cambi. 6
Bebo: migliore dei suoi, evanescente nella prima fase della
partita, addomestica poi prima i parenti, imponendogli una partecipazione più
collettiva, poi ingaggiando un duello con Marazico degno di Humbert. 6+
La mancanza di terzo tempo ha offerto un’occasione di recupero di
condizione psicofisica che non sappiamo in quanti abbiano colto.