mercoledì 27 ottobre 2010

terzo tempagellone, n.54

Togliere le castagne dal fuoco al coach e lui dalla graticola è opera ardua, questa settimana. Il plurilaureato in filosofia del pallone (relatore: il prof), con master in applicazione degli schemi di gioco (tesina: il moccolo perfetto) e psicologia dell'incoraggiamento ai compagni (che cazzo fai brutto frocio, se vuoi perdere continua così), questa volta a fine gara era irriconoscibile.
Raramente così rompicoglioni. Mai così avvilito. Mai così titubante di fronte al nuovo pagellone da pubblicare. Anche dopo alcolici e superalcolici non riusciva a intravedere la chiave dialettica con la quale rendere conto della prestazione sua e della compagnia teatrante, di fronte ai rugbisti gialloverdi.
Invece la sintesi è semplice: i teatranti sono riusciti a creare un risultato inedito, segno della propria fantasia e capacità di intravedere nuove vie; perso un set quasi al tiebreak, ne comincia un altro, quello che vedrà il Capitano alla prestazione decisiva: o corre perché carico di calorie, o diventa capitano non giocatore.
E ora andiamo al sodo.
Serusuke si è trovato di fronte a un altro dilemma impegnativo: cucinate cinque portate, come fare a smaltirle se non fa entrare Vasco a casa? quindi si risolve per la realpolitik e lo ammette ancora una volta al tavolo, nonostante lo sbocco di bile che rende amaro il mojito del toscoumbromarchigiano (mica penserai che non ci abbia sputato dentro, no?)
Peccato non essersi meritati le cinque portate, particolarmente abbondanti per festeggiare il ritorno di Leo. A proposito, ma Leo 'ndocazzo è annato?
malimortaccitua, così, sincero e rilassato.
Perché, mettetela come vi pare, ma qui si contano cinque pietanze, tutte autoprodotte, da sottoporre a palati rozzi ma comunque esigenti.

il mojito vedeva una creazione, panzerotti alle verdure e formaggi che, cacchio cacchio ciascuno assorbiva in duplice copia.
Il pesto di zucchine, ritorno gradito, veniva conteso fino all'ultima forchettata.

Solo perché non si sapeva che, insieme alla pagnotta calda,
sarebbe stato servito un tripudio di verdure saltate.
Basta? basterebbe; ma il cuore tenero del cuoco, data la commozione provocata la settimana scorsa, proponeva in onore dell'infame Zanelzazzeroni (competenza assimilabile) una nuova edizione riveduta e corretta in meglio del pan con l'uva.
Ecco, è semplice riportare quello che è successo.
E' semplice come capire che cosa non ha funzinato.
E' semplice come il tuffo di Krasic.
E se i Cic-boys decideranno di giocare a calcetto
invece che a autoscontri, il secondo set vedrà un solo possibile vincitore: il Teatro Municipal.

2 commenti:

capitan bebo ha detto...

come al solito, gli assenti hanno sempre ragione...
senza il capitano, la ciurma si divide, perde la rotta...

che cosa resta della falange teatrale?

non temete, dopo aver affrontato marosi di birra, venti di cacio, scogli di torrone e branchi di salami, il capitano è tornato più forte (di taglia) che mai

avanti miei vendoli! il riscatto è vicino! la nuova luna porterà vittoria, gloria (che se fossero du' amiche bone nun ce starebbero mai male...) e mortadelle!!

The Coach ha detto...

Vittoria!!!