(Primo comandamento,
non desiderare la palla d’altri).
Eravamo alla
vigilia di una Caporetto Per il Teatro Municipal. Gli austro-campani avevano la
facile opportunità di avanzare, arare, coltivare, e trebbiare gli avversari.
Bastava poco, e avrebbero potuto farlo.
Una Caina
baldanzosa, gagliarda, solida e irriverente si presenta sulla linea del fronte del
Moatta Stadium per affrontare un Teatro in emergenza: orbo del coach (questa
era la buona notizia), senza tassinaro, con un Serusuke ancora pieno di azoto e
con l’ossigeno al 4%, il capitano ancora senza un grammo di zucchero in grado
di attivare una sinapsi (non dico le gambe), Tanzo e Mike alla ricerca dell’antico
smalto (per le unghie).
Cosa ci sarebbe
voluto a fare carne di porco? Pochissimo. E infatti, la partita sembrava
incanalarsi su questo copione. Fiordello, dopo il primo intensissimo turno in
porta, era molle come una ricottina fresca di caglio, Marco e Bebo si
litigavano il telecomando dalla poltrona comoda nella metà campo avversaria,
mentre Marazico giocava al tiro al piccione, disturbato ogni tanto dalle
sovrapposizioni di Insigne, o da Pasqualone che reclamava palla.
Serusuke sbuffava
e sbavava, ma nessun insulto sembrava in grado di risvegliare ardore e
contrasto nei suoi. Però.
Però ai finanzierotti
non bastava, dovevano strafare, senza un minimo di cavalleria, di rispetto, né
dell’avversario né delle regole basilari che animano gli scontri quasi da
quando NOI avevamo l’età LORO: non c’è bisogno di tentare per forza il gol umiliante
di tacco, e secondo, vale più una gamba sana
di una palla rubata. Iniziavano quindi ad affondare ogni volta che il Teatro
recuperava palla; entrate da dietro, chiamate di Attila da 21metri di distanza
(fatte li cazzi tua, no?) mai un’ammissione, i loro interventi giudicati sempre
impeccabili. In confronto, i commenti di Vasco sui suoi compagni sembravano
obiettivi.
E allora.
Allora basta,
questi giocatori saranno delle femminucce con la palla tra i piedi, ma se
gliela togli senza chiedere per favore, tirano fuori le loro, di palle.
Iniziava quindi una nuova partita, quella che non ci piace, quella per la quale
non varrebbe la pena di muoversi da casa: a urli, spintoni e sportellate. Ed
ecco le truppe teatranti si rinsaldano sulla linea del Piave, ogni fante
diventa gigante, da uomini de panza ci mettono la sostanza. Il più mite Tanzini
lancia un terrificante grido di battaglia che manco Bruce Lee, il Capitano
riprende i suoi galloni, il Fiordello, evanescente fino a quel momento, si erge
a diga: sempre immobile, ma larga e ferma. Il risultato non è in discussione,
ma colpo su colpo si passa dall’11-3 all’11-8, grazie in particolare all’intesa
Tessitore-Insigne, che fa da filtro con tanti buchi come quello di una moca. A
quel punto la Caina sussulta, si disunisce, ma Pasquale ritrova la lucidità
sufficiente per contenere l’agonismo dei
giovani-dentro, con lo schema più collaudato: palla lunga dalla difesa in
avanti, dove la raccatta Marazico; fa una tale quantità di finte da lasciare
Fiordello completamente disorientato a pensare: ma che cazzo si agita sto
pischello, che me movo quanto Marcaurelio ar Campidojo. Gliene prende pure un
paio, ma la maggior parte entra nel saccoccio. Risultato finale, 15-9. La linea
del Piave rimane salda, in attesa di rinforzi barbuti per il prossimo scontro.
Pagellino austro-campani
Attila: è
ufficiale, ha rotto il cazzo! Va bene la battuta simpatica, ma ogni tanto basta
anche restare zitto.4+
Marazico:
bravissimo come sempre, ma sulla buona strada per aver rotto il cazzo. Nota per
le prossime partite: basta meno, per farci fuori, pregasi ridurre i rischi per
stinchi e caviglie. 5
SS Lazio: buon
esordio, ma le sforbiciate per recuperare palla, riservarle per il Camp Nou o
per il sequel di Shaolin Soccer. 6
Pasquale: fa quasi
tutto il suo, ma come veterano della squadra, ci aspettiamo che in assenza di
Alberto dia l’esempio per una bava di fair play. Quindi 5
Insigne: lasciamo
stare il fair play. Il migliore dei nostri. 8
Pagellone per
davvero (e obiettivo)
Mike: ci aspettavamo molto di peggio, invece regge quasi tutta la
partita, anche se con qualche amnesia. 7
Bebo: grande tattico, permeabile come la rena di Ostia per 45
minuti, si riserva la baionetta affilata per il corpo a corpo finale. 7
Tanzo: non ritorna nemmeno sotto minaccia di espulsione per
diserzione, ma sul finale tira fuori due palle di cuoio stagionato ed è
protagonista della manovra offensiva. 7
Seru: dopo tre turni di assenza non ha i polmoni e le gambe di
sempre, ma la solita grinta cordiale, con cui incita senza insultare. Tutta la
saggezza delle sue decadi. Con una magica sgroppata e tiro incrociato, dà il
via alla piccola remuntada. 7
Fiordello: l’avvio è sconfortante, ma i numeri e la stazza ce li ha, e
alla lunga, quando il ritmo di gioco raggiunge i 2km/ora, fa sentire la sua classe. 7
p.s. con grande
scorno del coach, il terzo tempo è sospeso finché i femminielli del teatro smettono di
comportarsi in modo indecoroso a tavola. Sic.
4 commenti:
Giusto. Tutti a dieta, come Soldatino ne "Il settimo sigillo". Ah, no... Era "Febbre da cavallo".
lunedì di sigilli ne dobbiamo fare di più noi. E magari prenderne un paio meno...
nessuno, tuttavia, potrà privare il Teatro del titolo di "squadra-che-ha totalizzato-il-maggior-numero-di-punti-negli-ultimi-cinque-anni"
abbiamo pure 32 scudetti sul campo
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