martedì 21 maggio 2013

La difesa del Piave




(Primo comandamento, non desiderare la palla d’altri).

Eravamo alla vigilia di una Caporetto Per il Teatro Municipal. Gli austro-campani avevano la facile opportunità di avanzare, arare, coltivare, e trebbiare gli avversari. Bastava poco, e avrebbero potuto farlo.
Una Caina baldanzosa, gagliarda, solida e irriverente si presenta sulla linea del fronte del Moatta Stadium per affrontare un Teatro in emergenza: orbo del coach (questa era la buona notizia), senza tassinaro, con un Serusuke ancora pieno di azoto e con l’ossigeno al 4%, il capitano ancora senza un grammo di zucchero in grado di attivare una sinapsi (non dico le gambe), Tanzo e Mike alla ricerca dell’antico smalto (per le unghie).
Cosa ci sarebbe voluto a fare carne di porco? Pochissimo. E infatti, la partita sembrava incanalarsi su questo copione. Fiordello, dopo il primo intensissimo turno in porta, era molle come una ricottina fresca di caglio, Marco e Bebo si litigavano il telecomando dalla poltrona comoda nella metà campo avversaria, mentre Marazico giocava al tiro al piccione, disturbato ogni tanto dalle sovrapposizioni di Insigne, o da Pasqualone che reclamava palla.
Serusuke sbuffava e sbavava, ma nessun insulto sembrava in grado di risvegliare ardore e contrasto nei suoi. Però.
Però ai finanzierotti non bastava, dovevano strafare, senza un minimo di cavalleria, di rispetto, né dell’avversario né delle regole basilari che animano gli scontri quasi da quando NOI avevamo l’età LORO: non c’è bisogno di tentare per forza il gol umiliante di tacco, e secondo,  vale più una gamba sana di una palla rubata. Iniziavano quindi ad affondare ogni volta che il Teatro recuperava palla; entrate da dietro, chiamate di Attila da 21metri di distanza (fatte li cazzi tua, no?) mai un’ammissione, i loro interventi giudicati sempre impeccabili. In confronto, i commenti di Vasco sui suoi compagni sembravano obiettivi.
E allora.
Allora basta, questi giocatori saranno delle femminucce con la palla tra i piedi, ma se gliela togli senza chiedere per favore, tirano fuori le loro, di palle. Iniziava quindi una nuova partita, quella che non ci piace, quella per la quale non varrebbe la pena di muoversi da casa: a urli, spintoni e sportellate. Ed ecco le truppe teatranti si rinsaldano sulla linea del Piave, ogni fante diventa gigante, da uomini de panza ci mettono la sostanza. Il più mite Tanzini lancia un terrificante grido di battaglia che manco Bruce Lee, il Capitano riprende i suoi galloni, il Fiordello, evanescente fino a quel momento, si erge a diga: sempre immobile, ma larga e ferma. Il risultato non è in discussione, ma colpo su colpo si passa dall’11-3 all’11-8, grazie in particolare all’intesa Tessitore-Insigne, che fa da filtro con tanti buchi come quello di una moca. A quel punto la Caina sussulta, si disunisce, ma Pasquale ritrova la lucidità sufficiente per  contenere l’agonismo dei giovani-dentro, con lo schema più collaudato: palla lunga dalla difesa in avanti, dove la raccatta Marazico; fa una tale quantità di finte da lasciare Fiordello completamente disorientato a pensare: ma che cazzo si agita sto pischello, che me movo quanto Marcaurelio ar Campidojo. Gliene prende pure un paio, ma la maggior parte entra nel saccoccio. Risultato finale, 15-9. La linea del Piave rimane salda, in attesa di rinforzi barbuti per il prossimo scontro.
Pagellino austro-campani
Attila: è ufficiale, ha rotto il cazzo! Va bene la battuta simpatica, ma ogni tanto basta anche restare zitto.4+
Marazico: bravissimo come sempre, ma sulla buona strada per aver rotto il cazzo. Nota per le prossime partite: basta meno, per farci fuori, pregasi ridurre i rischi per stinchi e caviglie. 5
SS Lazio: buon esordio, ma le sforbiciate per recuperare palla, riservarle per il Camp Nou o per il sequel di Shaolin Soccer. 6
Pasquale: fa quasi tutto il suo, ma come veterano della squadra, ci aspettiamo che in assenza di Alberto dia l’esempio per una bava di fair play. Quindi 5
Insigne: lasciamo stare il fair play. Il migliore dei nostri. 8
Pagellone per davvero (e obiettivo)
Mike: ci aspettavamo molto di peggio, invece regge quasi tutta la partita, anche se con qualche amnesia. 7
Bebo: grande tattico, permeabile come la rena di Ostia per 45 minuti, si riserva la baionetta affilata per il corpo a corpo finale. 7
Tanzo: non ritorna nemmeno sotto minaccia di espulsione per diserzione, ma sul finale tira fuori due palle di cuoio stagionato ed è protagonista della manovra offensiva. 7
Seru: dopo tre turni di assenza non ha i polmoni e le gambe di sempre, ma la solita grinta cordiale, con cui incita senza insultare. Tutta la saggezza delle sue decadi. Con una magica sgroppata e tiro incrociato, dà il via alla piccola remuntada. 7
Fiordello: l’avvio è sconfortante, ma i numeri e la stazza ce li ha, e alla lunga, quando il ritmo di gioco raggiunge i 2km/ora,  fa sentire la sua classe. 7

p.s. con grande scorno del coach, il terzo tempo è sospeso finché i femminielli del teatro smettono di comportarsi in modo indecoroso a tavola. Sic.











4 commenti:

The Coach ha detto...

Giusto. Tutti a dieta, come Soldatino ne "Il settimo sigillo". Ah, no... Era "Febbre da cavallo".

Serusuke ha detto...

lunedì di sigilli ne dobbiamo fare di più noi. E magari prenderne un paio meno...

Anonimo ha detto...

nessuno, tuttavia, potrà privare il Teatro del titolo di "squadra-che-ha totalizzato-il-maggior-numero-di-punti-negli-ultimi-cinque-anni"

Serusuke ha detto...

abbiamo pure 32 scudetti sul campo