mercoledì 10 aprile 2013

Non è un paese per vecchi - Pagellone del 8 aprile 2013


Come si può migliorare una squadra che può contare su cinque atleti di livello mondiale?
Come si fa ad aumentare il rendimento di un amalgama di fenomeni che danno del tu al pallone, che aggrediscono l’avversario e rimangono concentrati sul match e sull’obbiettivo senza mai distrarsi, senza mai essere sazi dei delle vittorie e che continuano a cercare di migliorare il proprio rendimento con umiltà e abnegazione?

Boh.
Ma a noi che cazzo ce ne frega?
A me basterebbe riuscire a spremere ancora un po’ di sangue da queste rapacce rinsecchite che il destino m’ha obbligato a gestire.
Ciccioni senza palle che riescono ogni volta a dare nuovi significati alla parola "perdenti".
Pipponi dal piede di ghisa che non conoscono tattica, né tecnica.
Vecchi spompati con l’eleganza di oranghi, che deambulano come zombie per il rettangolo verde.
Eppure a volte capita che questi rottami si animino di una luce magica e comincino a mostrare una stoffa, un talento di cui nessuno li crederebbe capaci.
E lunedì è stata una di quelle volte, quando la Finanza Creativa si è presentata sul campo con dei rinforzi d’eccezione: Alberto, condottiero caino, ha cercato la vittoria umiliante ed ha convocato, oltre ai soliti Robert Cazdecan e Pashqualino, anche i 2 giovanissimi virgulti della infinita cantera meridionale, Vincenzo Marazico e Daniele pibe de Foggia. Quarantacinque anni in due.
Quarantacinque, come le primavere del granitico tedescone convocato dal Coach per sostituire l’autoesiliato Fiordello, impegnato nella visione di un evento di calcio minore: il derby della Capitale.
Ma il golem della perizia non era l’unica, pesantissima, assenza del Teatro: il degno cugino del Fiordello, Duilio er tassinaro, ha giustificato la sua assenza con fantomatici impegni di lavoro, mentre fonti bene informate me lo davano all’Olimpico, nella veste di falconiere della sempre più spennacchiata Olimpia.
“Comunque poco male”, ha detto ancora volta il Coach. “Tutti siete utili, nessuno (di voi) è indispensabile”.
Da queste parti, per l’appunto, passava in quei giorni una vecchia gloria del Teatro, tal Leomacs. “Butto dentro lui, a spregio”. E via. Siamo cinque.
La formazione è presto fatta: Humbertow dietro, Vasco davanti e gli altri 3, a rotazione, sulle fasce.
E tutto sembra andar bene, perché la squadra tiene bene il campo e, dopo alcuni scambi di studio, passa con Vasco, dopo un rapido scambio centrale con Humbertow.
Qui si scatenano i giovani tenori caini, che cominciano furiosamente ad attaccare e, complici le solite cappelle a cui non sappiamo rinunciare, mettono a segno 3 marcature e colpiscono 2-3 pali (esticazzi).
Sembra tutto finito, perché loro giocano davvero bene e la differenza d’età si sente, ma ecco che il Teatro ritrova la vecchia magia: si ricomincia a giocare con la palla bassa, sbagliando il minimo e spingendo con tutto l’ardore che tutto il mondo ha imparato a temere. Detto fatto, e Seru e Bebo danno la parità ai Nostri.
Purtroppo lo sforzo della rincorsa si paga e i Caini ritornano avanti di 3, prima del gol del definitivo, dignitosissimo 6 a 4, ancora del Capitano, al termine di un’azione da cineteca.
E’ lo sport, amici miei, e ci sta di perdere, ma questa squadra ha ancora cuore, ha ancora cervello; se mettiamo insieme un paio de piedi dignitosi siamo a cavallo.

PAGELLONE

Bebo ©: Il Capitano ha poca forza sulle gambe. Mancano le energie e si vede, ma la classe è cristallina. Se stacca quella roulotte che si porta appresso ci si diverte. 6

Serusuke: L’uomo del Mossad si danna l’anima (de li mortacci sua) e danna la mia anima con le solite cazzate e/o omissioni difensive. In fase offensiva va molto meglio, ma c’è da registrare la difesa sugli 1-2 e sulle sovrapposizioni. 6

Vasco: Gioca da puntero e finalmente lo fa decentemente. Gioca troppo spesso spalle alla porta e per questo conclude poco, ma serve bene i compagni sulle sponde e anche con qualche apertura illuminante, come quella che mette in porta Bebo per il 6 a 4. Certo che il centravanti che gioca meglio in difesa che davanti ce l’abbiamo solo noi. 6,5

Leonzio: il giovane Leo non c’ha il piede troppo vellutato, si sa, ma la grinta è quella di Leonida. La sua infinita generosità lo porta a spomparsi in infiniti pressing, ma con l’esperienza imparerà a dominare quest’impeto belluino. Per i piedi consiglio una morsa, per un paio d’ore al giorno, per 5 mesi (oppure un trapianto). 6,5

Humbertow: La roccia alla quale si aggrappa il Teatro. Si trova tutta la sera abbandonato nell’1 contro 1 con il terribile Marazico, ma gli lascia solo le briciole (cioè 2 gol, di cui uno solo nella sfida diretta). Quando si spinge avanti si dimostra ancora una volta refrattario al gol. Padellone! 8

3 commenti:

Serusuke ha detto...

va bene, siccome mi hai fatto ridere con la roulotte del capitano ti perdono l 'estrema tirchieria nei voti. Secondo me siamo stati tutti più encomiabili di così. Tranne il coach, naturalmente, ma sempre meglio lui di Conte, e oggi ho la generosità di non dire altro.

The Coach ha detto...

Che tu sia un debosciato si sapeva, ma che potessi arrivare al punto di voler dare voti d'eccellenza a tutti i protagonista di una sconfitta batte anche i tuoi già ragguardevoli record di lassismo.
I voti sono questi, stacce.

Serusuke ha detto...

starocci. Ma se giochiamo contro la corazzata Potemkin, perdiamo anche se pratichiamo il nostro calcetto champagne. Si snatura il pagellone di noi uomini de panza...