Come si può migliorare una
squadra che può contare su cinque atleti di livello mondiale?
Come si fa ad aumentare il
rendimento di un amalgama di fenomeni che danno del tu al pallone, che
aggrediscono l’avversario e rimangono concentrati sul match e sull’obbiettivo
senza mai distrarsi, senza mai essere sazi dei delle vittorie e che continuano
a cercare di migliorare il proprio rendimento con umiltà e abnegazione?
Boh.
Ma a noi che cazzo ce ne frega?
Ma a noi che cazzo ce ne frega?
A me basterebbe riuscire a
spremere ancora un po’ di sangue da queste rapacce rinsecchite che il destino
m’ha obbligato a gestire.
Ciccioni senza palle che
riescono ogni volta a dare nuovi significati alla parola "perdenti".
Pipponi dal piede di ghisa
che non conoscono tattica, né tecnica.
Vecchi spompati con l’eleganza
di oranghi, che deambulano come zombie per il rettangolo verde.
Eppure a volte capita che
questi rottami si animino di una luce magica e comincino a mostrare una stoffa,
un talento di cui nessuno li crederebbe capaci.
E lunedì è stata una di
quelle volte, quando la Finanza Creativa si è presentata sul campo con dei
rinforzi d’eccezione: Alberto, condottiero caino, ha cercato la vittoria
umiliante ed ha convocato, oltre ai soliti Robert Cazdecan e Pashqualino, anche
i 2 giovanissimi virgulti della infinita cantera meridionale, Vincenzo Marazico
e Daniele pibe de Foggia. Quarantacinque anni in due.
Quarantacinque, come le
primavere del granitico tedescone convocato dal Coach per sostituire l’autoesiliato
Fiordello, impegnato nella visione di un evento di calcio minore: il derby
della Capitale.
Ma il golem della perizia
non era l’unica, pesantissima, assenza del Teatro: il degno cugino del
Fiordello, Duilio er tassinaro, ha giustificato la sua assenza con fantomatici
impegni di lavoro, mentre fonti bene informate me lo davano all’Olimpico, nella
veste di falconiere della sempre più spennacchiata Olimpia.
“Comunque poco male”, ha
detto ancora volta il Coach. “Tutti siete utili, nessuno (di voi) è
indispensabile”.
Da queste parti, per l’appunto,
passava in quei giorni una vecchia gloria del Teatro, tal Leomacs. “Butto
dentro lui, a spregio”. E via. Siamo cinque.
La formazione è presto
fatta: Humbertow dietro, Vasco davanti e gli altri 3, a rotazione, sulle fasce.
E tutto sembra andar bene, perché
la squadra tiene bene il campo e, dopo alcuni scambi di studio, passa con
Vasco, dopo un rapido scambio centrale con Humbertow.
Qui si scatenano i giovani
tenori caini, che cominciano furiosamente ad attaccare e, complici le solite
cappelle a cui non sappiamo rinunciare, mettono a segno 3 marcature e
colpiscono 2-3 pali (esticazzi).
Sembra tutto finito, perché loro
giocano davvero bene e la differenza d’età si sente, ma ecco che il Teatro
ritrova la vecchia magia: si ricomincia a giocare con la palla bassa,
sbagliando il minimo e spingendo con tutto l’ardore che tutto il mondo ha
imparato a temere. Detto fatto, e Seru e Bebo danno la parità ai Nostri.
Purtroppo lo sforzo della
rincorsa si paga e i Caini ritornano avanti di 3, prima del gol del definitivo,
dignitosissimo 6 a 4, ancora del Capitano, al termine di un’azione da cineteca.
E’ lo sport, amici miei, e
ci sta di perdere, ma questa squadra ha ancora cuore, ha ancora cervello; se
mettiamo insieme un paio de piedi dignitosi siamo a cavallo.
PAGELLONE
Bebo ©: Il Capitano ha poca
forza sulle gambe. Mancano le energie e si vede, ma la classe è cristallina. Se
stacca quella roulotte che si porta appresso ci si diverte. 6
Serusuke: L’uomo del Mossad
si danna l’anima (de li mortacci sua) e danna la mia anima con le solite
cazzate e/o omissioni difensive. In fase offensiva va molto meglio, ma c’è da
registrare la difesa sugli 1-2 e sulle sovrapposizioni. 6
Vasco: Gioca da puntero e
finalmente lo fa decentemente. Gioca troppo spesso spalle alla porta e per
questo conclude poco, ma serve bene i compagni sulle sponde e anche con qualche
apertura illuminante, come quella che mette in porta Bebo per il 6 a 4. Certo
che il centravanti che gioca meglio in difesa che davanti ce l’abbiamo solo
noi. 6,5
Leonzio: il giovane Leo non
c’ha il piede troppo vellutato, si sa, ma la grinta è quella di Leonida. La sua
infinita generosità lo porta a spomparsi in infiniti pressing, ma con l’esperienza
imparerà a dominare quest’impeto belluino. Per i piedi consiglio una morsa, per
un paio d’ore al giorno, per 5 mesi (oppure un trapianto). 6,5
Humbertow: La roccia alla
quale si aggrappa il Teatro. Si trova tutta la sera abbandonato nell’1 contro 1
con il terribile Marazico, ma gli lascia solo le briciole (cioè 2 gol, di cui
uno solo nella sfida diretta). Quando si spinge avanti si dimostra ancora una
volta refrattario al gol. Padellone! 8
3 commenti:
va bene, siccome mi hai fatto ridere con la roulotte del capitano ti perdono l 'estrema tirchieria nei voti. Secondo me siamo stati tutti più encomiabili di così. Tranne il coach, naturalmente, ma sempre meglio lui di Conte, e oggi ho la generosità di non dire altro.
Che tu sia un debosciato si sapeva, ma che potessi arrivare al punto di voler dare voti d'eccellenza a tutti i protagonista di una sconfitta batte anche i tuoi già ragguardevoli record di lassismo.
I voti sono questi, stacce.
starocci. Ma se giochiamo contro la corazzata Potemkin, perdiamo anche se pratichiamo il nostro calcetto champagne. Si snatura il pagellone di noi uomini de panza...
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