Avrete notato che a volte, dopo il match del lunedì, il consueto pagellone del Coach si fa attendere un po' di più, o non esce proprio.
Negli anni questa cosa si è verificata molte volte, e c'è stata una grossa speculazione sulle motivazioni dell'assenza dal web di questo che è uno dei momenti più attesi nel panorama giornalistico/tattico dello sport mondiale.
Il motivo è che ogni volta che il Teatro Municipal scaglia di brutto (come lunedì scorso) o, comunque, quando i teatranti dimostrano scarsa concentrazione e voglia di primeggiare, già da martedì mattina si scatenano le linee telefoniche, con i leader mondiali che fanno a gara per cercare di sedare l'ira del leader barbuto.
Quello che molti non sanno, infatti, è che nell'ufficio del Coach ci sono una serie di telefoni d'emergenza: quello rosso è di Putin, quello giallo è di Xi Jinping, quello blu è di Cameron e così via. Obama non ha avuto nessun telefono, perché il Coach non vuole parlar con i negri. Inutile dire che Obama c'è rimasto male, ma non c'è niente da fare: il Coach è irremovibile.
Comunque, dicevamo, tra i vari telefoni c'è anche quello bianco, che è in uso al Papa.
Alla dodicesima chiamata il Coach non ha potuto fare altro che rispondere.
"Hola The (i papi, non si capisce come mai, pensano che The sia il nome e Coach il cognome. Non c'è un cazzo da fare, in culo gl'entra, ma in testa no. Ratzingher s'è dimesso, al millesimo cazziatone del Coach per questo motivo) soy Francesco. Te priego no incazzarte nel pagellon de lunes. No bestemmiar el Cristo, e mancos l'altri santos, te priego".
Il Coach, che è tutto sommato un bravo ragazzo, ha rassicurato il papa: "Faccio passare qualche giorno così mi calmo, ok? Ci vediamo giovedì per il poker, porta i sigari".
E così, anche stavolta il pagellone esce tardi ed edulcorato da tutte le bestemmie e gli insulti che i cinque "atleti" che hanno ignominiosamente vestito nel match di lunedì la gloriosa casacca bianconeruta si sarebbero, altrimenti, ampiamente meritati.
E chi era presente al Mohamed Atta Colosseum, lunedì sera. o stava vedendo il match in TV saprà benissimo a cosa ci riferiamo.
Per gli altri, il match può essere riassunto così: il Teatro era la versione orribile di quello squadrone che aveva squassato la Finanza Creativa solo una settimana fa.
I pochissimi lampi di luce sono stati oscurati dalle tenebre di una serata in cui tutto è riuscito male.
Inutile perdersi in discorsi. Era meglio se stavamo a casa.
10 a 2 per i Caini è la giusta misura del rovescio subito dai Nostri. Speriamo che nel prossimo match i Teatranti ritrovino la giusta concentrazione, perchè un'altra settimana di telefoni caldi non la posso sopportare.
PAGELLONE
Bebo (C): Senza scuse, il nostro Capitano, per questo match senza nerbo. Lui che mille volte ha ispirato il Teatro, guidandolo nelle sue vittorie, stavolta è svagato e molle, e la squadra, purtroppo, lo segue nel baratro. 4
Serusuke: La saeta rubia bianconeruta non struscia boccia. Lento a rientrare, impreciso davanti. Così non serve a un cazzo, meglio mettere un portaombrelli sulla fascia sinistra. 4,5 (Mezzo voto in più perchè viene a giocare nonostante la febbra 2)
Vasco: Lento, impreciso sia al tiro che nei suggerimenti (tranne che in un unico, fantastico lancio che consente al Tassinaro di involarsi verso la porta Caina). Pesantissimo ed impacciato, sembra la controfigura del "volante" che ha gestito il gioco nel match di lunedì scorso. 4
il Fiordello: Ho detto che Vasco è stato lento, ma mi sa che, se seguiamo lo stesso metro di paragone, non esista nel vocabolario della lingua italiana una parola per esprimere la condizione fisica di lunedì del Fiordello. Diocane (Scusa Frank, qui non ne posso fare a meno), è più lento di Andrade. 4
Er Tassinaro: Duilio riesce a mettere a segno le uniche 2 marcature del Teatro, ma per il resto non fa assolutamente un cazzo. Sempre meglio degli altri 4, si capisce. 5
Nessun commento:
Posta un commento