martedì 29 aprile 2008

Crolla la sinistra, il Teatro si adegua


Clamorosa doppia debacle per la sinistra romana, quella maturata nella giornata di ieri, nei seggi e sul campo del Tor Tre Teste Coloseum.
Nel primo pomeriggio, Roma assisteva impotente ad un triste spettacolo: il novello tribuno del popolo chinava il capo di fronte allo strapotere del genero di rauti.
In serata, tutti i comunisti romani si assiepavano sugli spalti del glorioso colosseo che ormai da eoni ospita le gesta dei "sinistri cinque" (questa è per Leo - voi che non c'avete la cultura de la cultura nun la potete capì, se non marginalmente). Sui destini del Teatro, che più di una volta ha dato alla sinistra romana la forza di rialzare il capo dopo una tornata elettorale negativa, si sono concentrate le speranze dei molti progressisti dell'Urbe.
Ma il Teatro, questa, volta ha preferito salutare. Romanamente.
Gli sgherri di alemagno hanno fatto polpette di un Teatro abulico, spento, stanco di dover portare sempre avanti la fiaccola (olimpica) del comunismo in un mondo fatto di seguaci del Dalai Lami Fava (cit.) di Bari...
Il Sole dell'Avvenire è definitivamente tramontato, compagni.
Nonostante gli sforzi di un Comandante Bebo mai così vigoroso e combattivo, la squadraccia Caina si è imposta in scioltezza nel finale, dopo aver giochicchiato, sbagliando il giusto, per buona metà del match.
Intorno al quarantesimo minuto, infatti, i due schieramenti erano ancora sull'uno a uno (figlio di un tiro da fuori dell'Airone e di una girata di Marco), ma lo spoglio delle schede doveva ancora riservare le sorprese più amare per i piccoli padri del calcetto romano.
Grazie ad una serie di puttanate, infatti, i Caini sfondano sulla destra, maldestramente difesa da Serusuke, ed infliggono l'uno-due che sarebbe poi risultato decisivo.
Una serie di botta e risposta (ma più botta, però) porta il risultato sul 6 a 3, quando Hamidi (forse per l'ultima volta) esce dal gabbiotto per chiamare la fine dei giochi.

Pagellone

Bebo: Capitano col cuore a sinistra. Lotta, si batte (ogni tanto corricchia) e segna un gran gol. Il migliore. Garibaldino. 7

Serusuke: Incomprensibili discese ardite, seguite da eccellenti risalite, per il Rutello del Teatro. Palombella, ogni tanto, ma senza successo. 6

Vasco: Pessima prestazione. Risente del week-end lungo pievano e del Jet Lag (ci stanno tre fusi orari - e tre kg - tra Pieve e Roma) e la spina dorsale del Teatro accusa esageratamente. Fassino. 5

Fiordello: Fa un pò troppa romba. Se ne accorge puro quel rintronato de Rutilio, che scatena il clero contro il Di Pietro de noantri, in una battaglia interna alla nuova sinistra italiana. Non demerita, ma non raggiunge le vette della settimana scorsa. 6

Marco: Parte bene, poi Zebra71 gli prende le misure e fatica ad imporre la sua abilità realizzativa. Scompare nel finale. Giordano (anche se Giordano andava bene anche per Serusuke). 6

7 commenti:

Serusuke ha detto...

accasciato nel morale, mi ribello solo all'appellativo di Rutello: ce sarai. Rimarco che il finale è 6-4, con il pallone caparbiamente strappato dal sottoscritto Zingaretti dai piedi di Carlafracica, e insaccato di destro (ormai anche i piedi mancini si dovranno adeguare) alle spalle del tassista in festa

The Coach ha detto...

Spinto dal presidente della giunta elettorale (in pectore), ho effettuato un nuovo scrutinio dei voti: 6 a 3 (Marco, Bebo, Serusuke).
Certa gente nun se stanca mai d'avere torto!

il metronomo ha detto...

La appoggio al vostro Coach, lunedì scorso la sfida è terminata 6-3. Un saluto e buona festa.

plotino ha detto...

ecco, io volevo dirvi solo questo. So bene che le parole in certi frangenti servono a poco ma da qui, anche volendo deppiù nun posso.

ROMA - Una squadra da applausi con le lacrime agli occhi. Un gruppo che esce dal TTT quando la vittoria era a un passo. Un grido di gioia, poi una fitta allo stomaco, quindi una botta di delusione e la fine della storia: la breve cronaca di un finale di sospiri e rigori(?) spinge il Teatro fuori dai giochi, nonostante una partita giocata con intensità e testardaggine per provare a mettere ko i Canarini e il loro calcio vintage, fatto di barrichate(sic), di attesa e di ripartenze in contropiede. Già. Niente finale per Zanelli e i suoi, ultima speranza italiana nel calcio della Finanza padrona. Bel gioco, tanta voglia di palla a terra, equilibri sul campo, velocità e carattere: questo il Teatro, la squadra che ha giocato di più in questa stagione (53 partite) e sempre al di là di ogni previsione, con un quarto posto ancora da difendere(ma non siete due?) e una finale Uefa persa dal dischetto(ma che c'entra la Uefa?). Bravi. Comunque.

I giocatori e, soprattutto, Zanelli, coach che ha costruito qualcosa di importante mettendo insieme passione e senso pratico, saggezza e voglia di spettacolo. Un monte ingaggi che è un terzo di quello delle grandi (30 Euro contro i 90 e passa dei finanzierotti), una rosa piena di giovani, alcuni pronti per il calcetto che conta, altri ancora da svezzare. Una squadra in divenire, quindi. Un progetto. L'addio di PloToni (troppe volte escluso dai bagordi del terzo tempo), non ha demoralizzato nessuno: meno semo più magnamo!

Il tecnico sapeva che non sarebbe stata la stessa cosa: "Faremo sicuramente qualcosa in meno della passata stagione", aveva detto a settembre. Ma la verità è che dentro lo spogliatoio è esplosa la bomba dell'orgoglio. Due stagioni con numeri da Champions (la prima persa per via di calcettopoli e l'altra per la conseguente penalizzazione) hanno spinto il Teatro oltre se stesso, sempre a testa bassa nel gioco delle emozioni forti. La voglia di Eurora(sic) era troppa per pensare di snobbare la coppa che non sarà chissà cosa ma è sempre un signor insaccato, l'unico, a livello internazionale, accessibile anche a chi c'ha le tasche a lumaca.

E' per questo che tutti ci credevano, che Zanelli, per provare ad arrivare a Manchester(che ce volevi annà a fa, vaschè?), aveva rimesso le mani su una squadra che, non essendo certo piena zeppa di riserve all'altezza, doveva provare ad arrivare in fondo con l'adrenalina e l'esperienza. Ad Eindhoven(ma nun avevate scritto gnente? io er paggellone nun l'ho visto), con una prova di forza, il Teatro aveva capito di essere diventato abbastanza grande per cercare la grande occasione, la quinta partita senza subire 15 reti della sua storia recente. Tanti buoni giocatori, una stella chiamata Plotino, che però sta a Milano, un portiere di grandissimo livello (a seconda) e giovani che magari stelle lo diventeranno presto. Il tutto dentro uno spogliatoio compatto che nel giro di tre anni è diventato un blocco unico (de grasso), professionale e al tempo stesso felice del suo calcio (mai quanto i finanzierotti). Zanelli di questo gruppo conosce anche i difetti. Sono dati statistici che girano nel suo laptop. (davero? sottoforma di video?)

Il Teatro è la squadra che segna meno rispetto al volume di occasioni offensive create: te credo, co' Seru. Bebo a volte non basta. Fiordello vede poco la porta. Seru (che sta pensando se lasciare il calcio o se firmare col Pico&Benny) ha poca benzina a disposizione, dimo pure che gna'a fa. Per questo il Teatro cercherà di prendere un centravanti, magari Duilio. Ma intanto c'è una zona, Montesacro, da difendere coi denti. Con 120 minuti nelle gambe(ammappa che camminata che ve sete fatti, ma ndo sete annati?) e un grande rimpianto nel cuore il Teatro volerà a Cagliari(pe che fa?) per cercare di far punti tenendo un orecchio al derby dello Zefiro. Sì, la delusione è forte. Eppure questo Teatro, questa squadra di pederasti (così ama definirla il tecnico), ultima a uscire di scena dal TTT, nel senso che Amidi chiude spesso un'occhio sui ritardi, alla fine merita solo gli applausi, quelli che il suo stadio le ha regalato tra le lacrime di una notte andata a male. Come molte altre... in futuro.
(2 maggio 2008)

The Coach ha detto...

COMMENTO DEL MILLENNIO!
Credo che meprenderò una settmana de ferie pe ripijamme...

Serusuke ha detto...

Maratona Laterale, fila 13, posto n.261, €45.
Ho i nervi così fragili che le parole di Plotino mi fanno quasi piangere. Vedere le gesta del Teatro da fuori, in quello splendido catino imbandierato del Coloseum, era un'emozione che non provavo dal 1998 (e per scambio di cortesia, non dirò quale partita andai a vedere, solo che il Teatro vinse 1-0 con cannoneggiata di Mitraglia). Non ho mai visto i canarini giocare così male, l'espressione dell'anti-calcetto. In televisione forse non si è apprezzato, ma sono rimasti 120 minuti a difendere in dieci, pardon 5, dentro l'area. Certo, manca da sempre uno che la metta dentro. Serupazzini corre tanto, fa salire la squadra, ma non c'è verso di concludere. I rigori, nonostante il roccioso Serubastian, potevamo anche non tirarli, il morale era talmente basso che il finale era scritto. Se poi mandi a tirare Fabio Fiordellani - er moviola - e sopratutto BEBOBONE, appassisci di stenti sugli spalti. Inutile dire che a questa squadra manca PloToni, lo sappiamo tutti, ma se l'è presa inderculo pure lui. Peccato. Grazie per le parole, il coach dirà che te sei infrocito. Ma naturalmente, è vero il contrario, forse sei un uomo vero. Prometto per il dopo Cagliari un terzo tempo con i controcoglioni in tuo onore (se passassi da Roma, un piatto caldo in più c'è sempre).

The Coach ha detto...

oddio, caldo... al massimo tiepido...