mercoledì 22 dicembre 2010

I doveri di un padre - Pagellone del 20.12.2010

Strana la vita.
A volte capita che il destino si diverta a mischiare le carte, che la fortuna smazzi e si prenda gioco del prestigiatore.
E più volte il Teatro Municipal si è divertito a farsi beffe dei pronostici, rovesciando sul campo le previsioni dei soliti soloni della carta stampata che mai hanno trattato con accondiscendenza il nostro glorioso team, forse proprio per quell'anima proletaria che anche nei momenti più gloriosi non abbiamo mai perso, né nascosto.
Lunedì sera è stata una di quelle sere.
Lunedì sera il sommo stratega si è trovato, come poche altre volte gli era capitato nella sua vita, dall'altra parte della barricata, con la maglia nera mentre i suoi fratelli ne indossavano una tanto candida da bruciare gli occhi come un sole che si accende all'improvviso nella notte più cupa.
E chissà cosa ha dovuto soffrire, il Coach, costretto a combattere contro coloro che è aduso a coccolare e vezzeggiare (virilmente, s'intende)? Chissà quali pensieri si agitavano nella sua mente mentre il pallone veniva portato al centro del campo e lui si trovava a dover guidare la manovra della Finanza Creativa?
Chissà quali atroci sofferenze ha dovuto patire?
D'altronde il Coach si trovava davanti 2 opzioni: giocare ai suoi consueti livelli, abbattendo così ogni velleità teatrale, o fingere un'improvvisa zoppia, uno stiramento, una paresi, che giustificasse un rendimento molto al di sotto dei suoi standard e consentisse all'armata BiancoNeruta di trionfare ancora una volta. Far vincere ancora il Teatro Municipal, già, che bella sensazione.
Ma i doveri di un padre sono chiari.
Tra i doveri di un padre non figura mai quello di rendere troppo agevole la strada dell'amato figlio: casomai il padre coscienzioso deve insegnare a camminare, a scalare le montagne più impervie, a leggere una mappa, a superare gli ostacoli senza arrendersi mai.
E il Coach, questo, lo sa.
Per questo, col cuore in fiamme e lo stomaco in subbuglio, Vasco si è scagliato come un ossesso contro i suoi figli, per insegnargli che a volte l'ostacolo è troppo alto, e l'unica possibilità di aggirarlo è fare un ulteriore balzo verso l'alto.
Non ce l'hanno fatta.
Ma è pur vero che il Vasco dell'altra sera sarebbe stato troppo per chiunque, e gli sforzi pur validi del Capitano e di Seru non sono bastati a frenare l'impeto coachiano, che ha travolto la difesa ed ha fermato gli attacchi dei Bianchi, senza soluzione di continuità.
E' lui che apre le danze, sfruttando un rimpallo difensivo con un esterno delizioso dalla linea di fondo campo (per chi ancora non ha visto il video sul sito di France Football, basti ricordare il gol di Ravanelli in finale di Champions League contro l'Ajax) ed è sempre lui che dispone le strategie della Finanza Creativa, con Pashquale che rimane abbacinato da cotanta presenza e si eclissa, risultando alla fine il meno valido del mazzo.
Ma ricordare tutti gol sarebbe uno sforzo eccessivo, e tutto sommato inutile, visto che la partita non è mai stata in discussione (12 a 4 per la Caina, il risultato finale): troppo grande il divario di dinamismo e, stavolta, per il Teatro, non c'era nemmeno la guida strategica che poteva sapientemente ribaltare gli equilibri di forza.
Chissà se durante il ritorno a casa, ripensando alla dura lezione che ha dovuto impartire ai suoi pargoli, Vasco avrà pianto?
Chissà se le lacrime saranno state frenate dalla consapevolezza di aver svolto ancora una volta il suo dovere di educatore?

PAGELLONE

Teatro Municipal 

Bebo (C): Il Capitano non si arrende, prova a proporsi ed a punzecchiare il Coach rivale, ma senza riuscirci appieno. 5,5

Serusuke: Lo chef si trova spesso sulla sua fascia il Coach e cerca di limitarne le scorribande. Non ce la fa. Si rifà parzialmente segnando una rete. 5,5

Fiordello: Il migliore del Teatro! Segna una doppietta, ed il primo gol è veramente degno della sua classe: serpentina tutta tecnica e appoggio di piatto a battere il Coach (momentaneamente in porta). 6,5

Humbert: Il più dinamico e presente del Teatro cerca di resistere come più alle folate della Caina. Va anche a segno ad inizio partita (quando il risultato è già compromesso, però) e si propone con le consuete progressioni. 6

Fabione:  Il prode Fabione ci mette il fisico, e combatte, ma le sue offensive vengono sventate dal Recoba o dal Coach in persona. 5,5


Finanza Creativa

El Cino Recoba: in grandissima crescita, funge da regista difensivo, supportato da un grande talento nel posizionamento ed una grande capacità tecnica nell'impostare la manovra di rabaltamento dell'azione. Va anche a segno dopo uno scambio a tutta velocità col Coach. 8

Attila: un'ala d'altri tempi, a la  Meroni (ma senza bicicletta). Imprevedibile nei dribbling, ficcante nelle conclusioni, agile nei recuperi. 7,5

Pashquale: il peggiore della Caina, si eclissa come Ronaldinho al cospetto di Ibrahimovic, dovendo dividere il palcoscenico con Vasco. Tenta qualche percussione delle sue, ma non riesce ad essere decisivo e si abbatte, lasciando la fase difensiva in mano agli altri. 5,5

Vasco: Dominatore assoluto. Irridente e strapotente. Segna 6 reti, in tutti i modi possibili. Quando si piazza dietro non lascia passare nulla e nessuno. 9

Tarzan Tanzo: Il puntero non tradisce. Capita che possa fallire qualche conclusione, ma è sempre difficile da controllare per la sua capacità di usare il fisico e la rapidità nel girarsi per punire sovente i suoi avversari di giornata. 7

martedì 21 dicembre 2010

chiusura 2010, terzo tempo n. 58

L'annata si conclude nel migliore dei modi, il solito, alla bodeguita del Seru.
Le pietanze, sempre all'insegna dell'eccellenza, quella che condanna il Teatro e il suo protagonista a ripetersi da anni di lunedì sera.
la ricca pappa col pomodoro (evviva), è ingentilita da stille di olio toscano novello.

Segue enorme torta rustica con carciofi e patate, di cui solo due briciole sfuggono al massacro.Il capitano si fa carico del panettone, il Fiordello del Vov, l'ebbro errante prepara un litro di squaglio di cioccolato. Voilà, eccoci con gli stomaci preparati agli stravizi del natale. E bone feste

domenica 19 dicembre 2010

Pagellone mensile - Hasta siempre el Teatro!

Vi sono mancato, lo so.
Ma avevo i miei motivi, che non sono tenuto a spiegarvi, dato che io sono Io.
Detto questo sappiate che, comunque, io non ho mai smesso di pensarvi.
Di pensare al Teatro ed alla sua Storia gloriosa, alle sue vittorie ed a quello che rappresenta ed ha sempre rappresentato. Di pensare a quello che abbiamo dovuto subire.
Era ovvio che le continue vittorie ottenute avrebbero creato invidie e gelosie, ma nessuno poteva ipotizzare che i nostri nemici (infami maledetti) potessero arrivare a tanto, per ridurre il gap che il Teatro era riuscito a guadagnare nei confronti dei competitors.
E quello che hanno fatto lo sanno un po' tutti:
prima hanno ottenuto l'esilio del leader difensivo (e vero regista del team) grazie a losche manovre interne al ministero della pubblica istruzione, bloccandolo nelle nebbie meneghine, ed invischiandolo in traffici che coinvolgono manovali, rumeni e manovali rumeni;
poi hanno tramato per ridurre drasticamente le presenze del polmone d'acciaio di Acilia, bombardandolo con richieste impossibili di correzioni inutili, con l'appoggio di innominabili uffici di Milano (ancora Milano, non credo sia un caso, dato che il caso non esiste);
come se non bastasse hanno poi cospirato per far fuori il giovane virgulto del Teatro. Proprio colui che ha preso il posto di Plotino ha abbandonato il calcetto fino a data da destinarsi per seguire una passione per un sport minore (frenesia, si dice, amplificata mediante l'invio di radiazioni omega, che producono: calvizie, secchezza delle fauci e passione improvvisa per sport da gay);
queste mazzate, è chiaro, fanno impallidire il trattamento riservato da tronchettiprovera e moratti nei confronti di Moggi e della Juve stellare di Capello, ed il fatto che la presunta capitale morale d'Italia abbia qualche attinenza con 2 dei 3 episodi d'infamità truce che vi ho rammentato non vi sarà sicuramente sfuggito.
Ma il Teatro ha il DNA guerriero e non si ferma mai.
Si è stretta come un pugno al fianco del Capitano ed ha ribattuto colpo su colpo, fino a riprendere il suo posto nell'olimpo del calcetto mondiale.
Il mio pagellone non avrà, eccezionalmente, quindi, una valenza tecnica: a quella ci a pensato, più o meno, il mio vice.
Io do ai miei sudditi, di conseguenza, soltanto un voto morale.
Ed il mio giudizio non può che essere fortemente positivo.
E questo giudizio è più importante che mai, dato che sul cuore, sul carattere, sulla grinta si sono sempre basate le vittorie della nostra immortale compagine.

mercoledì 15 dicembre 2010

la bellezza del somaro, terzo tempo n. 57

Ma che Castellitto e Mazzantini, mandateci solo la Bobulova e il cinema lo giriamo noi, meglio;
bando alle storie, la costruzione di una vittoria va
documentata in ogni sua fase. Non è che il Teatro si
presenta così, a caso, a fare la partitella scapoli
ammogliati e ottiene i risultati senza preparazione.
Non è che chiunque bussa alla porta, chiede che c'è per
cena, e si vede servire quello che passa sul campo che conta,
quello del salotto.
No.
Mesi, e poi giorni, e poi ore di paziente preparazione
sono necessarie alla confezione di un evento che a qualcuno
può sembrare naturale. Sudore, chilometri e sangue,
servono.
Così, prima il capitano si reca in terre esotiche, dove
fa cambusa di promettenti leccornie.
Poi passa la mano al cuoco, che studia;
quindi inizia la fase creativa, e il trionfo è servito.

Così, quando ancora i finanza-boys annoveravano tra le loro
file personaggi come l'Airone, Bebo andava a studiare il nemico
in casa, recandosi in salento e poi battendo tutto il Gargano
alla ricerca del cuore più genuino dell'anima pugliese.
Ne tornava sconfortato, anzi no. I pugliesi sono cocciuti come
somari, esplodeva, fatelo dire a me che una bella ciuchina me
la sono sposata.
E sia!
Stipato un fagotto di somaro sul sedile accanto al guidatore e
un secondo nel portabagagli della Beb-mobile, il capitano si
precipitava in una 600km non stop per atterrare direttamente
a città giardino, e riempire la cambusa dell'ebbro errante.
Una bottiglia scampata agli ultimi baccanali veniva
immolata per ammorbidire il cuore legnoso della pregiata polpa.
L'asino è una bestia che non si arrende.
Dopo 42 ore di marinatura e una violenta rosolatura era
ancora duro come il cuore di Vasco.
Ma la pazienza di Serusuke è superiore alle bestemmie del
Coach, e alla fine,
ora dopo ora, la bestia cede sempre alla costanza di una
mente superiore. Così, ammansito il toscoumbro, anche
lo stufato si ammorbidiva, e dopo un match tiratissimo,
la vittoria arrideva ai soliti audaci.
Non c'era bisogno di votare, non c'era bisogno
di Scilipoti per confermare la piena fiducia
a questa compagnia; che somari possono essere definiti tutti
ma traditori della casacca e della forchetta, mai!







venerdì 10 dicembre 2010

terzo tempo, blog in attesa, n. 56

pronto a salpare per il nuovo destino di cuoco per senatori, Serusuke si deve ancora accontentare dei senatori del teatro, nessuno dei quali commenta con adeguato pagellone la vittoria che sempre a lui si deve, ma che reclamano capricciosi il suo contributo in campo e ai fornelli. Solo per la cronaca riportiamo:

insalata di pane guttiau, pomodori e origano come antipasto da buttare giù con mojito.


Primo, farfalle con bietola.
Vasco ricordava di averlo già mangiato,
io non di averlo già preparato per la ciurma.
Lo so che sembra incredibile, ma aveva ragione
lui; a questo serve il blog, a verificare: e il
14 febbraio scorso, risulta effettivamente
un piatto simile. Forza di blogspot...






La serata si chiude in bellezza, tra strani discorsi e dessert di festeggiamento. Cosa meglio di un dolce alla banana impazzita?

martedì 30 novembre 2010

istantanea; terzotempo 55

bando alle ciancie, inutile perdere tempo in attesa del pagellone, il Capitano ha la mano anchilosata (a forza di seghe), il Coach non si stacca dalla PS3; tanto l'istantanea della partita è semplice:
gara robusta e altalenante fino alla fine; i canarini vanno meritatamente sotto asfissiati dalle iniziative dell'indonesiano Vargaseru, grazie al quale il Teatro si issa sul 2-0 prima e poi sul 4-1. Poi i Cicboys hanno un sussulto di orgoglio e un culo come come quello di Belen (magari, solo violato lo stesso numero di volte), risalgono la china, portandosi avanti di due lunghezze. Lunga battaglia di trincea e corpo a corpo, il Teatro trova la forza di reagire e una nuova doppietta di Vargaseru spiana la strada per il giusto pareggio.
La finanza imbrocca uno straccio bagnato, il coach ha la pallina d'oro per pareggiare, ma era troppo vicino alla linea di porta, le palle facili lui le lascia al capitano, che però risulta momentaneamente irraggiungibile...
finisce con l'ennesima carambola di Bruno, che sguiscia dentro sul fischio di Amidi.
Fiordello fa il suo, anzi no: se non la butta dentro nemmeno una volta
Vasco fa il suo, anzi no: cicca due palle che aspettano solo lui, e non si fa perdonare con una pedata delle sue da fuori.
Bebo fa il suo, anzi quasi: si incazza a sproposito e non riesce a innervosire Cic32
Tarzantanzini fa il suo: inizia male, cicca, poi si incaponisce e lavora parecchio; però non segna
Serusuke fa il resto: sfiora la manita, si carica la squadra sul groppone, si conferma imprescindibile anche con quattro bypass, nonostante i quali e il fuso orario sforna anche un terzo tempo all'altezza della sua fama, e della fame degli altri.


mohito e chips

due pagnotte, dure come il risultato di questa sera.




Riso indoemiliano, al rosmarino






insalata di finocchi (e che volevate, co' sto risultato?) e arance.

ah, pure il vov, c'era

mercoledì 27 ottobre 2010

terzo tempagellone, n.54

Togliere le castagne dal fuoco al coach e lui dalla graticola è opera ardua, questa settimana. Il plurilaureato in filosofia del pallone (relatore: il prof), con master in applicazione degli schemi di gioco (tesina: il moccolo perfetto) e psicologia dell'incoraggiamento ai compagni (che cazzo fai brutto frocio, se vuoi perdere continua così), questa volta a fine gara era irriconoscibile.
Raramente così rompicoglioni. Mai così avvilito. Mai così titubante di fronte al nuovo pagellone da pubblicare. Anche dopo alcolici e superalcolici non riusciva a intravedere la chiave dialettica con la quale rendere conto della prestazione sua e della compagnia teatrante, di fronte ai rugbisti gialloverdi.
Invece la sintesi è semplice: i teatranti sono riusciti a creare un risultato inedito, segno della propria fantasia e capacità di intravedere nuove vie; perso un set quasi al tiebreak, ne comincia un altro, quello che vedrà il Capitano alla prestazione decisiva: o corre perché carico di calorie, o diventa capitano non giocatore.
E ora andiamo al sodo.
Serusuke si è trovato di fronte a un altro dilemma impegnativo: cucinate cinque portate, come fare a smaltirle se non fa entrare Vasco a casa? quindi si risolve per la realpolitik e lo ammette ancora una volta al tavolo, nonostante lo sbocco di bile che rende amaro il mojito del toscoumbromarchigiano (mica penserai che non ci abbia sputato dentro, no?)
Peccato non essersi meritati le cinque portate, particolarmente abbondanti per festeggiare il ritorno di Leo. A proposito, ma Leo 'ndocazzo è annato?
malimortaccitua, così, sincero e rilassato.
Perché, mettetela come vi pare, ma qui si contano cinque pietanze, tutte autoprodotte, da sottoporre a palati rozzi ma comunque esigenti.

il mojito vedeva una creazione, panzerotti alle verdure e formaggi che, cacchio cacchio ciascuno assorbiva in duplice copia.
Il pesto di zucchine, ritorno gradito, veniva conteso fino all'ultima forchettata.

Solo perché non si sapeva che, insieme alla pagnotta calda,
sarebbe stato servito un tripudio di verdure saltate.
Basta? basterebbe; ma il cuore tenero del cuoco, data la commozione provocata la settimana scorsa, proponeva in onore dell'infame Zanelzazzeroni (competenza assimilabile) una nuova edizione riveduta e corretta in meglio del pan con l'uva.
Ecco, è semplice riportare quello che è successo.
E' semplice come capire che cosa non ha funzinato.
E' semplice come il tuffo di Krasic.
E se i Cic-boys decideranno di giocare a calcetto
invece che a autoscontri, il secondo set vedrà un solo possibile vincitore: il Teatro Municipal.

venerdì 22 ottobre 2010

Pagellone meditabondo del 18.10.2010

Lo so, lo so.
Eravate in attesa.
Ma certe partite sono difficili da analizzare.
Partite come quella di lunedì, ad esempio.
Partite in cui il Teatro parte sbagliando tanto, troppo, ma rimane praticamente illeso (al 20' minuto i canarini conducevano per 1 a 0), ma che poi, improvvisamente, diventano un massacro, col portiere di turno che si prende la sciatica a forza di chinarsi per raccogliere la palla nel saccoccio.
6 a 0 e party finito.
Poco cambia se poi il Lìder Barbuto si incazza e trascina la squadra ad un più dignitoso 9 a 5: ormai il danno è fatto, il latte è versato, i buoi sono scappati dalla stalla e via e via...
Certo, la formazione della Finanza Creativa è quella pressoché titolare, mentre l'abbandono di Ivanhoe e la contestuale assenza di Leo privano il Teatro di piedi (uno) e gamba (l'altro).
Probabilmente, vista la prestazione indegna in fase di proposizione, si è sentita molto di più l'assenza delle geometrie ivaniche piuttosto che dell'ardore (e dell'afrore) leonino, ma è pur vero che anche un pò di chilometraggio in più non avrebbe fatto male, visto che poi l'aggressività leonzia avrebbe ridotto la percentuale di passaggi utili dei caini.
Ma, come si diceva poc'anzi, non non siamo adusi lamentarci per le assenze, quanto piuttosto delle presenze: degli ectoplasmi che a tratti agitano la catena.
E se questa figura retorica vi par triste, pensate allo stato d'animo di un Vasco che esce dallo stadio con una tripletta, un assist e viene comunque preso per il culo per tutta la settimana dalla solita  masnada di smidollati che non hanno il coraggio di affrontarlo sul rettangolo verde e si limitano al dileggio.
La cronaca, comunque, è presto fatta: la partita parte con la Caina che si chiude bene e rovescia il fronte offensivo in maniera superba, ma il Teatro, come già detto, almeno all'inizio regge.
Poi c'è un appannamento e Pashquale intercetta il solito passaggio corto e ci castiga.
Potrebbe essere il crollo, ma la maginot regge ancora.
Poi una serie di cazzate pregiudicano i nostri sforzi: i soliti passaggi in orizzontale a centrocampo, i soliti dribbling tentati e non riusciti, i soliti break subiti senza che (quasi) nessuno tenti il recupero sui nemici.
Ed ecco il 6 a 0.
Poi il Fiordello (dopo una salva di tentativi teatranti un pò sfortunati, a dire il vero) centra lo specchio con un tiro dalla distanza che viene deviato dal Chino, e l'Onore Bianconeruto viene salvato.
Ma non basta.
Perchè questo quadro nasconde un'altra verità.
Un velo nero, un drappo maligno nega quella che è l'evidenza dei fatti: la Squadra c'è!
Anche nel momento più nero il Teatro ha dimostrato ancora una volta che può contare sulla classe del suo Capitano, sulla grinta di Serusuke, sul carattere di Vasco, sulla tecnica del Fiordello, sull'opportunismo di Tarzan!
Sul 6 a 1 inizia un nuovo match: con Vasco mattatore, sospinto dai suoi degni compari, e coi Caini in difficoltà fisica.
Questo secondo match finisce 4 a 3 per noi, con tripletta di Vasco e rete di Tarzan.
Alla fine della veglia, siamo un match a testa.
1 a 1.
Alé!

PAGELLONE

Bebo (C): Il Capitano suda, sbuffa, tenta spesso la conclusione, ma se la tecnica rimane immutata, la potenza sembra averla lasciata nello spogliatoio. Cercherà di acquisire smalto con un turno di riposo in quel di Torino (speriamo che almeno acquisisca qualcosa di mangereccio). 5,5

Serusuke: Il capochef, vicecapitano, vicecoach, viceamministratore del blog si impegna e sfiora gli 8000 passi, ma è stranamente poco deciso in fase di conclusione. Merita mezzo voto in più per il dolce all'uva, da sturbo (ma anche mezzo voto in meno per il millesimo passaggio in orizzontale a centrocampo che viene intercettato). 6,5

Vasco: incontestabilmente il migliore in campo in senso assoluto. (Sto parlando di ogni campo, di ogni tempo). La versione non-tinta di Milos Krasic. 3 gol ed un assist. voto: 8,136 (come al contapassi).

Fiordello: il Fiordello torna all'antico, in difesa, e per una ventina di minuti la diga regge. Il fiato non è ancora al massimo: urge benda gastrica. La classe è però immutata, anche se un eccesso di confidenza lo porta alla classica giocata alla Felipe Melo (con conseguente palla persa in fase di impostazione). 5,5

Tarzan: il Tanzo gioca sulle linee, come un novello Inzaghi, ma la serata è di quelle in cui la palla, semplicemente, non entra. Ci prova, comunque e dà profondità al gioco teatrale. 6

mercoledì 20 ottobre 2010

pagellone del terzotempo n. 53

Il Teatro mantiene l'eccellenza a tavola, con cibi e bevante di livello. In sintesi:













mojito e pane bruschetta con caciocavallo. 9










il pane era autoprodotto. 10











carbonara ricca, con guanciale e zucchine. 9,5

















dessert: pan con l'uva. 10++

mercoledì 13 ottobre 2010

partita-blackout-terzotempo, n. 52

Partita intensissima al Mohammed Atta Stadium, lunedì scorso. I teatranti si presentano capitanati da un capitano tamponato, rinforzati da rinforzi recuperati, tonificati dalla tonicità di Serusuke, coperti dalla copertura del Fiordello. I finanzierotti rispondono con formazione molto muscolare guidata dalla regia del Chino Alberto.
Partenza tattica, passano i minuti, solo schermaglie, Tarzan non finalizza, poi, finalmente, il vantaggio meritato.
Segue passaggio a vuoto, la caina si porta sul 3-1. Il teatro si sveglia, fa un gran lavoro a tutto campo produce grappoli di occasioni e le vanifica, ma risale la china, arriva al 4-3 e si mangia il gol facile-facile del pareggio. Poi,
CLIC.
Black out, la luce si spegne.
CLIC.
Torna la corrente, uno sbalzo di tensione e... e la caina ha buttato quattro, cinque palle nel saccoccio. Seru non ci sta, si incazza come Vasco, corre come Leo, non si azzittisce finché i suoi lanzichenecchi non si riversano in attacco, tutti si precipitano in avanti; solo che ci restano, e sono preda dei cetnici gialloverdi. Il match si conclude in modo indegno, sebbene i 9 decimi dell'incontro
la gara sia stata in equilibrio.
Segue cena, all'insegna del pane perfetto, tappeto armonico per la salsa ai pomodorini e finocchietto selvatico, che presto toccherà anche al coach, l'intenditore.
Il piatto portante, nonché unico altro, della serata è un couscous con verdure, pesce e carne.
Una valutazione complessiva della serata deve tenere conto di molti fattori

Fabione
(5) al rientro, fa un ottimo lavoro di copertura su Pasquale e sulla destra in generale. Peccato sia il nostro terminale offensivo. Non si toglie soddisfazioni, non ci toglie le castagne dal fuoco, non si presenta a tavola, non aggiungo altro
Tarzantanzini (5) non onora con la prestazione della vita l'ascesa alla copertina del blog. Dopo un inizio inguardabile recupera e si impegna a dovere. Anche a tavola
Serusuke (6+) il suo contapassi segna 8349, non gli potete rompere i coglioni. Frantuma il record di Leo, ma anche i tiri in porta fanno pensare al fumettaro latitante. Ottime coperture, ottima pagnotta e antipasto, couscous migliorabile; ma di pochissimo...
Fiordello (6+) ottimo inizio, la svolta è stata metterlo al centro della difesa finché riesce a inseguire le punte avversarie, quei dieci minuti non hanno avuto una palla giocabile. Poi si riversa in avanti, e lo trovate ancora lì, non si è più mosso, ma il suo l'ha fatto. Encomio extra per aver traghettato il capitano privo di mezzi di locomozione.
Bebo (6) ha dimostrato di poter dare di più, ma già così è molto più mobile della sua media per il 21mo secolo. Molto sportivo, troppo oggi in campo, dove produce gioco, segna, ma non ha la polemica e la cattiveria agonistica di altre volte (quali? boh)
Vedremo se il Teatro uscito malconcio dal campo ma non dal tavolo, lunedì prossimo saprà fare a meno di nobili riserve per fare posto ai baroni delle periferie

giovedì 7 ottobre 2010

terzotempo esplosione, n. 51

...date il pane agli affamati...
Il resoconto sul terzo tempo non può più attendere la negligenza del pagellonaro, esplode come la brama dei lettori di essere aggiornati.
Un minuto di silenzio per riflettere sulla rubrica che testimonia le oltre 5o sere passate a bivaccare nel noto locale di montesacro [...]
Fatto? ok
all'insegna della qualità e delle novità, gli eroi sconfitti talmente di misura da ritenere di aver vinto la partita si presentano nelle cucine di palazzo Peloro. Nessuna donna; peccato. Si vede che non è palazzo Grazioli, o una delle altre venti ville. Vediamo che c'è da magnà.
Subito, la vista del tavolo di cucina brilla, riluce, abbevera e sazia! I bicchieroni di mojito si allineano accanto alla mamma di tutte le pagnotte di pane casareccio, che scrocchia allegro sul tagliere.
Il tempo di tracannare il beverone ghiacciato, di tagliare il pane, e a tavola viene servito un risotto che lascia perplessi
i boscaioli del palato; condimento poco chiaro: zucca? a Fiordello non piace! melone? il coach lo considera pesce! carne? il pastore tedesco è vegetariano. "Quanti cazzi!" è un concetto già espresso in passato, il cuoco ormai se ne strafrega e va avanti per la sua strada. Per la cronaca, si tratta di un sublime connubio, melone e gorgonzola, che lascia i commensali attoniti a litigarsi l'ultima cucchiaiata. Strepitoso.
La trasferta molisana di Humbert e Serusuke ha dato poi occasione di un approvvigionamento di prodotti caseari di sublime fattura e freschezza, che dedichiamo con rutto sonoro al meneghino bianconeruto. Questo, chissà perché, ci riporta alla mente che quell'asino del capitano aveva millantato di rifornire la cambusa con carne di ciuco di provenienza pugliese. Se la sarà finita? vorremmo sapere.
Era tanto, era quasi troppo, per tutti. Quasi tutti: i gladiatori della tavola si accanivano in polemiche urlate di vario tipo (calcio, politica, mai la D'Amico...), ma si trattava di una strategia di gioco studiata: era il modo di bruciare quelle calorie necessarie a presentarsi tonici all'appuntamento
con l'ultima portata, l'ormai nota schiacciata autunnale con l'uva. Che è risultata la migliore della serie, grazie ai consigli di valenti chef fiorentini.

Del pane si era già parlato, ma faccio come mi pare e lo ripropongo in dettaglio. Se mai si ripresenterà, il fumettaro avrà forse modo di verificare le migliorie

mercoledì 22 settembre 2010

un peccato di terzo tempo, n. 50

Ci si aspettava un Teatro con gambe di ricotta e fiato corto di mojito, orbo dei polmoni di Leo e dei moccoli di Vasco, invece ci sono state sorprese, belle e brutte. Il coach ha ancora i nervi scossi dalla settimana scorsa, non può sostenere emotivamente il rischio che qualcuno gli tocchi la triade o nomini ancora il gol di Turone, e resta prudentemente a casa. Plotino ci deve pensare, perché pure lui è uscito ammaccato dal confronto (verbale), si fa pregare un po' ma alla fine decide di venire. La partita è stata bella, maschia ma leale, qualche sportellata ma nessun piagnisteo, un paio di feriti ma poi tutti sotto la doccia con allegria; non è caduta nessuna saponetta. La Caina, con formazione decisamente competitiva, vince meritatamente, ma di troppe lunghezze. Il Teatro gioca nel complesso bene, però prende 2-3 gol da oche giulive, e finisce in foisgras. Senza dilungarsi, nessuno ha fatto cappellate superbe, nessuno ha inciso più del proprio solito, migliore in campo capitan Bebo che, e questa è la notizia, HA CORSO! quindi possiamo incazzarci per tutte le volte che non lo ha fatto e per quelle che non lo farà, non è affetto da nessuna malattia invalidante, ha solo il culo di piombo. Per Fiordello, con il quale i finanzierotti pare abbiano un conto in sospeso, dobbiamo ancora scoprirlo.
Peccato per il terzo tempo della settimana prossima che non ci sarà.
Il vero peccato viene compiuto a tradimento, a partita finita, quando un ammutinamento dello spogliatoio fa sì che l'impegno agonistico della serata, quello con scarpini e forchette, venga ignorato senza preavviso da metà del team.
Se due persone non si presentano in campo senza avvertire, perfino Benny ha il diritto di incazzarsi.
Se due persone non si presentano a tavola, dopo che voci su un menù superbo si sono rincorse per tutta la settimana, il minimo è che il povero coglione ai fornelli sacramenti in giapponese. 馬鹿やろ!!
Poi, tutto come prima, ma per colpa dei vigliacchi, lunedì ve ne andate affanculo in pizzeria. Punto.
Eppeccato, perché la cena d'eccezione, smaltita eroicamente dai gladiatori della tavola, ha previsto tre portate di alta scuola, tutte autoprodotte come al solito, ma con in più la creatività di esperimenti felici:
per accompagnare il mojito, l'antipasto di pomodorini conditi su fetta di pane caldo;
Per primo i rigatoni sono conditi con sugo di tonno e pesto di finocchietto selvatico (un po' come Vasco) raccolto e cucinato per l'occasione.
La chilata di moscardini fritti viene accompagnata dal resto del pane fatto in casa e innaffiata da due fiale di gran livello, generosamente fornite da Plotino. Con tanti auguri per chi ha festeggiato in tavola come all'anagrafe.

venerdì 17 settembre 2010

terzo e quarto tempo, apoteosi; n. 49

Le immagini testimoniano chiaramente come, una volta tanto, il match tutto Teatro viene archiviato senza alcun codazzo polemico. I due principali artefici del trionfo della squadra A (senza nulla togliere all'onesto Zac), dopo l'abbraccio immortalato, si ritrovano uniti come mai al tavolo più lungo della storia dei terzi tempi, con nove commensali a lottare per la scarpetta. Un solo gladiatore, aspirante sparring partner di Jokivic, si defilava, adducendo scuse a dir poco improbabili, anzi, senza nemmeno scuse...
Ma il vero incontro era appena iniziato.
Le piantagioni di menta della capitale venivano saccheggiate per produrre la tanica di mojito necessaria a dissetare gli atleti, accolti da una inedita gricia con pasta fresca, le trofie riportate dalla trasferta genovese del cuoco.
Alcolici di svariatissimo tipo venivano tracannati con fare solito, a garganella senza distinguere cioè tra una birra Chimay, verdicchio o barbera.
Il generoso coach supportava per una volta il lavoro dell'ebbro
errante, collaborando in modo sostanziale alla cena, con due barattoli di ambrosia toscoumbra, più un apporto caseario ottenuto da compare Turiddu in cambio dell'aiuto sulla pratica di condono di due nuraghe.
La serata riserva ancora due colpi di scena; uno gastronomico, perché dopo questa orgia di carboidrati e salumi, la fucina sforna ancora una doppia crostata, con crema pasticcera e more raccolte con le manine del padrone di casa.
La mezzanotte era scoccata da tanto, e con lei le palpebre di Capitan Bebo avevano seguito il loro percorso solito, nonostante l'afflusso di commensali gli impedisse di afflosciarsi sull'amato divano. Tutto sembrava pronto per un allegro commiato, quando Umberto imbracciava la clava della polemica, e cominciava a menar fendenti nell'aria, all'indirizzo della pax juventina costituita dal duo Vasco-Plotino. Il prof, abituato a dissertare con meneghini sazi di scudetti, veniva investito da un ciclone dialettico sconosciuto all'ombra della madonnina; il coach era allibito, per niente abituato a veder contestare le sue tesi soggettivamente oggettive, balbettava dati e produceva prove che avevano il valore delle repliche del pastore tedesco, nulle cioè; e si disorientava di fronte a un contendente che, invece di lasciarlo straparlare come al solito, lo sfidava elencando tante cazzate quante lui! era troppo, era intollerabile, il tosco-umbro-marchigiano batteva i piedi impotente e rabbioso, saltando sulla sedia di continuo, aggredito dalla logica teutonico-giallorossa! dopo le prime ore di scontro verace, Serusuke aveva le orecchie indolenzite e le palle fracassate; si ritirava nelle cucine chiudendosi la porta alle spalle, per smorzare i decibel delle urla belluine. Tutti i tentativi di Fiordello di allentare la tensione con umorismo di aldofabriziana memoria cadevano nel nulla, mentre Tarzan Tanzini si divertiva a buttare fusti di benzina sul rogo della polemica. Quando il capitano decretava l'ora del ritorno a casa, non riusciva a smuovere i Moggi-boys, che tentavano l'estremo assalto alle tesi avverse: e anche una volta messi cortesemente alla porta dal padrone di casa con un calcio in culo alle 2,30a.m., il contenzioso si spostava in strada, per spegnersi solamente al rumore dei secchi d'acqua dei vicini. La vetta è stata dunque raggiunta; lunedì prossimo si torna alla routine, la caccia al caino, e Ivano, ammesso che si presenti, non potrà essere testimone di un simile tripudio di minchiate. LOL