Dato che il Teatro è un'orda barbarica, che non fa prigionieri, ma ultimamente nemmeno spogliatoio solidale, l'obiettivo è chiaro; fallito il tentativo di rifilare il coach ai finanzierotti, per tornare alla vittoria bisogna costringerlo a un turno di riposo. Ecco dunque che mentre il capitano dorme da piedi (dorme comunque), Leo dorme tra i pali, Serusuke dorme nei retropassaggi, e Fiordello non sa manco dove dorme, l'ebbro errante ordisce la trama: il terzo tempo deve fiaccare il colitico sofferente fino alla resa; dunque, camuffata come cena d'eccellenza, viene preparata la percussione vincente sulla cistifellea:
dopo il solito mojito - consigliato da un gastroenterologo di Lunghezza - e la tortona rustica con carciofi coltivati sul greto dell'Aniene, ecco il piatto magistrale: polenta con sugo di cinghiale toscoumbromarchijano, cucinato, bisogna riconoscere, in modo divino. I sorrisi si allargano, le ganasce altrettanto, ma Vasco, che aveva commesso l'errore di bissare l'antipasto anienico, crolla sulla tavola a metà scifetta, anche il primo bicchiere di rosso è mezzo pieno. Se lo sapesse Michela, cambierebbe serratura al portone di casa; amo', nun te riconosco: una porzioncina così l'avrebbe finita anche Gaia giocando al Nintendo sula tazza del cesso. L'ultimo sussulto d'orgoglio del colosso di Pieve si vede sul superalcolico: il cuoco finge di non sentire, e si fa richiedere tre volte un boccale di Zabov incandescente. Quello che ci voleva per radere al suolo la flora batterica del talebano di Tortretteste. Non riesce nemmeno a ruttare: è costretto ad alzarsi in piedi, e viene accompagnato alla macchina dal Fiordello, l'unico che non abbia battuto ciglio di fronte alla sua gavetta di rancio sublime (in realtà, l'unico che abbia pasteggiato con gli avanzi del coach è Serusuke, perché è l'unico che ha consumato calorie in campo, visto che la bestemmia brucia poco). L'annuncio per la prossima cena è frutti, tanti frutti di mare....
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