Vigilia di grande nervosismo, con l’airone impegnato a mettere in campo un cinque minimamente decente, per un presagio di sconfitta imminente. Ma dopo tanti affanni e una girandola di convocazioni smentite, i magnifici sette creano la squadra dei sogni di Carlafracci.Tutti gli occhi puntati sul match winner, Ibracadabra, che pago del primo scudetto di fila, la testa ancora alla Canalis e la pancia gonfia di birra Moratti, si disinteressa quasi completamente del galà di lunedì sera.
Risultato finale, 9-7 per la finanza creativa, oppure 8-6, o 7-5, insomma sticazzi, due di scarto.
Dopo un avvio interlocutorio, il Teatro balza baldanzoso e fa baldoria sotto porta, portandosi su un concreto 4-2. Ma il pomeriggio trascorso nell’ufficio di Vasco trasforma Cosimo o’macell(ai)o nel Caronte-occhi-di-bragia-e-bestemmia-calda, che traghetta i suoi verso la vittoria. Para l’impossibile in porta, con Marco che comincia oggi una dieci-giorni di sedute dallo psicologo di Pazzini; poi fa le solite cazzate, ma invece di fare pippa come gli si richiede, rosica su tutte le azioni, e chiama falli anche se Leo scureggia in panchina. Poi l’airone lancia il segnale convenuto e Bebo si fa trovare pronto: per tre volte di fila, da portiere offre la palla agli attaccanti avversari; poi, temendo che sia troppo evidente, decide che una gliela para, complice Vasco. 4-4. Il risultato resta in bilico, e questo preoccupa la Caina, visto che dal cielo cominciano a venire giù gavettoni d’acqua, e core-de-roma, anch’egli vittima di fervore agonistico nuovo, comincia uno show solitario, in cui si addobba ripetutamente al suolo con nessuno nemmeno nei dintorni. Il coach ricorda improvvisamente di aver marcato presenza per due settimane, e deve riconoscenza ai suoi compagni d'arme: dopo aver troppo pacatamente recriminato un fallo sotto porta avversaria (zittito, guarda caso, da Cosimo), decreta con editto unilaterale due rigori per altrettanti falli su Beppe ora-ora. Il quale piazza bene il primo, si vergogna a tirare il secondo, e lo passa al portiere, Bebo, che sigla con le natiche il gol della definitiva vittoria.
Apriti cielo.
E infatti, un fulmine cade vicino al campo; ma invece di prenderlo come monito per scelte arbitrali arbitrarie, che neppure Moggi avrebbe preteso, viene usato come scusetta per darsi alla fuga negli spogliatoi: un paio di caini accennano a uscire dal campo, e chi chiappa il pallone per precederli tutti? Si, si, sempre Vasco. Piove sul bagnato, insomma.
Pagelle:
Marco: fa il suo, con poca fortuna sotto porta, e notevole baldanza, a tavola. 6
Leo: ha chiamato Amidi, ha detto che può passare a riprendere il polmone destro quando vuole, stava in una pozza del campo. Se ritroverà tutto il fiato che aveva prima della trasferta ammeregana, potremo fare a meno della sua precisione sotto porta (giuro che è più preciso di tre mesi fa). 6
Serusuke: grande pressione sui portatori avversari, continue ripartenze, il minimo sindacale di cappellate, meno di così non gliele potete chiedere. Due bei gol che preoccupano Vasco. 6+6
Bebo: assistman della partita, praticamente perfetto sotto porta, la propria. –7+
Vasco: è talmente contento per Del Piero da lasciar quasi perdere Sergio, da elargire rigori a chi glieli chieda e a chi no, e rivolgersi al buon Dio con espressioni colorite, ma chiaramente amichevoli. –6+
Una sola preoccupazione turba la sua estasi: è finita la tequila: che ce famo di tutta quella granatina? e fatela sta colletta!
1 commento:
che dire?
che il "minimo sindacale" di cazzate di seru è come lo stipendio di un commesso parlamentare con ventisei anni di servizio?
oppure, che il pagellone tiene conto dell'ormai vetusto "ciascuno secondo le proprie possibilità" e dunque i voti hanno un handicap per ciascuno?
l'unica cosa certa è che vasco sconta ancora i giusti sensi di colpa per i mille anni di furti juventini...
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