mercoledì 24 ottobre 2007

Amarcord: Miracolo Bebo

L'anno scorso, di questi tempi (lunedì 25 settembre 2006), si svolse una partita storica del Teatro, incorniciata dalla prestazione del Nostro Capitano, nonchè funestata dall'infortunio a Sergiao. Grazie alla cronaca fredda e priva di retorica del Coach proviamo a rivivere quel momento esaltante della nostra squadra preferita...

Implacabile come una mannaia con la sveglia e l'orologio avanti (e la suoneria alta), ecco che arriva il PAGELLONE....

Ma prima:

Ore 21

Stadio Three Heads Tower

Teatro Municipal - Finanza Creativa 2 - 3

Paganti: 0

Passanti: Pochi

Condizioni metereologiche avverse, tendenti all'avversissimo....

(E così il pedantissimo prof è contento).

...E via alle cose serie...

.....

Quando Massimo Macchia si chinò, la fronte madida di acqua e sudore, a raccogliere la sfera, che ancora scottava, dal fondo della rete, un pensiero sorprese gli attoniti astanti....
Qualcosa di prodigioso si era compiuto, e, tutti si sentirono parte di un deja vu collettivo.
Quegli anni passati, non erano stati cancellati, erano lì, di fianco, e si potevano raggiungere con una mano, o con un piede.
Il sapore metallico della pioggia sulla lingua, gli occhi rivolti verso il cielo che rovesciava catini d'acqua gelida sui fortunati partecipi del miracolo moderno, la mani tese verso un'abbraccio totale.
La gola che non finiva di urlare la gioia, l'incredulità e la vita...
E tutto per un gesto così naturale.
Un semplice fallo laterale, Leo che finge di battere, poi si allontana tentando un taglio in profondità.
Vasco prende la sfera tra le mani, quel cuoio scivoloso e inanimato tocca la linea bianca che delimita il mondo di dentro da quello di fuori.
Nessuno si avvicina.
Poi, dalla trequarti sinistra, un giovane ardito, i riccioli d'oro che sfidano i venti, richiama l'attenzione del suo coach...
Una ideale fascia stringe il suo bicipite. Ratto come il fulmine stoppa il pallone e si gira verso la porta. Luca Saponaro lo fronteggia sicuro di sè e dei sui mezzi atletici... E' più veloce e più giovane dell'avversario, ed è sicuro di poterlo contenere o di riuscire almeno a costringerlo ad un passaggio arretrato. Ma una luce si irradia dagli occhi limpidi dell'eroe, ed il tosto difensore pugliese capisce che qualcosa non va per il verso giusto.
Il cielo si illumina quando Bebo finta a sinistra e salta come un birillo l'incredulo Vice Brigadiere, una saetta sfreccia tra le nubi mentre il magico sinistro si carica d'elettricità e di tempesta, un albero si stronca sotto la potenza della folgore quando la palla si insacca nel sette.
Un'istante infinito che nobilita uno sport.

Il dio del pallone, orgoglioso di quello che aveva visto, decise che poteva bastare così e chiamò il suo collega, Giove Pluvio.

Per la prima volta nella storia del Teatro Municipal una partita fu interrotta a furor di divinità.

Scusate se non me la sento di dare voti, voglio soltanto sottolineare l'eccellente prestazione di Michele, degnissimo panchinaro del Teatro, e quindi campione vero, e di tutti i veri uomini che hanno tentato di dare un senso a questa partita in una serata storta, nobilitata da un gesto d'eroe.

Ogoglioso di essere il vostro coach.

Dal Brasile, dove stava iniziando la riabilitazione, il prode Sergiao commentò:

Quando una serata che ha ben poco di sportivo, troppo di bagnato, e abbastanza di infortunato, da' vita a nuovi miti, si nobilita da se'. Il nostro coach restera' sempre tale nonostante l'incapacita', il tasso di blasfemia superiore a quello di Gasparri, e la totale insensibilita' per i suoi uomini (ieri ne ha lasciato uno rantolante con una caviglia irrecuperabilmente compromessa e non si e' nemmeno perorato di informarsi se potra' ancora importunare con la sua presenza i compagni del Teatro). E restera' capitano della compagine per l'impegno con cui si dedica a trasformare la realta' in poesia. Solo lui, Olindo Guerrini e pochi altri ci sono riusciti, di questo gli rendo giusto riconoscimento. La gentil civiltà de' tuoi signori/ti spinge alla battaglia./Va, povero villano, uccidi e muori scriveva Guerrini, ma la pagina dello Zanelli, sebbene non in versi, la domina incontratata.
Per il prof. aggiungo solo che, dopo la prodezza balistica di Bebo, la partita vedeva Levi crollare al suolo sotto il diluvio intorno al 20'; vedeva il poveretto trascinato in porta, dove Massimo Macchia lo centrava impietoso con una pallonata sui gioielli di una famiglia ormai distrutta e senza possibilita' di essere ricostruita; vedeva Bebo darsela a gambe prima di essere a sua volta vittima di infortuni; vedeva il nubifragio sommergere il campo, la Prenestina e il resto dell'Italia centrale; ma di tutto questo al coach non fregava piu' che a Mastella dei peccatucci dell'amico Luciano: e rimaneva in campo sostenendo che fosse praticabilissimo, inveendo contro compagni e colleghi, tutti una gran manica di froci; piegandosi solo quando Amidi veniva a riprendersi il pallone con il pattino di salvataggio. Tutto lo sforzo agonistico era comunque vano perche' il risultato non e' stato convalidato, e la partita verra' rigiocata in data da definirsi. I voti sono invece stati dati (vedi ultima riga della Gazzetta): 8 a tutti, per la tecnica, o per la dedizione, per incoraggiamento, o per capacita' mitopoietiche, appunto. Guarda, quasi quasi darei la sufficienza anche a Galeotti... Un abbraccio dal mio letto di dolore (letto virtuale, sempre a lavoro sto).

Sergio

Sceso dalla statua equestre eretta a perenne memoria nelle vicinanze del bar Jolly (quello dei karaoke rumeni) di Tor Tre Teste, il Capitano non potè fare a meno di commentare:

i più autorevoli commentatori fanno notare che l'epica prestazione del sottoscritto lunedì non è il classico fulmine a ciel sereno, giacché nella tenzone precedente ero stato segnalato come uno dei mattatori della serata

poi, la mia ventennale esperienza pallanuotistica (dal 1982 al 2000) ha fatto il resto...

la mia "rinascita", o il mio"risorgimento", sono dovuti a vari fattori:

1. non poter sopportare nuovamente l'aeroplanino di montella, senza incarnare il suo naturale antagonista;

2. aver osservato attentamente i progressi, non tanto tecnici, quanto dinamici, del buon amico Sergio e aver cominciato a copiare i suoi stili di vita: innanzi tutto, un'astinenza sine die dal sesso

3. aver raggiunto la convinzione che senza un "aiutino" esterno non si vince nemmeno il giro d'italia e quindi aver ceduto alle lusinghe di un'eterna giovinezza calcettistica, ricorrendo agli antichi metodi degli anni cinquanta: robuste dosi di caffeina, unite a carboidrati semplici un paio d'ore prima del match

4. la fiducia che il coach, nella sua lungimiranza ha riposto in me nei momenti più bui, berciando e spronandomi a ritrovare me stesso... grazie Coach!!

(ho notato che da quando mando messaggi felpati al coach le mie pagelle hanno subito miglioramenti...chissà che ha fatto Sergiao per ottenere quegli improbabili giudizi positivi che lo riguardano...)

ASPETTO LA CONVOCAZIONE PER LUNEDI: NON AVRANNO SCAMPO, SUL CAMPO, COME UN LAMPO, ZOMPO E NELLA RETE LA PALLA STAMPO, SENZA CRAMPO

Ecco, Amici del Teatro, la sostanza che permea questo orgoglioso Team: piedi legnosi e polmoni spompati, ma cuore generoso e prosa fatata (nonchè stomaco capiente).
Alla prossima puntata dell'Amarcord, con una nuova pagina di Leggenda del Teatro Municipal.

1 commento:

Serusuke ha detto...

pagine di alta letteratura che riassumono l'inizio del declino. Quando cioe', impossibilitati a vincere sul campo anche nelle serate piu' epiche, ci siamo cominciati a dirigere verso poesia e baccanali. Aspetto ansioso la pagina di poco successiva, quando il 13 novembre (un lunedi' caduto stranamente di venerdi', per portare piu' sfiga) Sergiao si sarebbe infortunato ben piu' seriamente, e questo avrebbe decretato l'inizio del suo declino agonistico, l'unica parte della sua attivita' sul campo che ancora si salvava. O tempora!