giovedì 29 novembre 2007
Sveglia!!!
Il Grande Padre del Teatro Municipal grida stentoreo...
12 a 1...
Mi sento come Sacchi che osserva basito le brigate bianconere che stuprano Baresi e C nell'indimenticabile Milan-Juve 1-6.
Ah manica de froci!!! (Poteva mancare???)
Non posso tollerare questo lassismo. Lunedì torno e sistemo le cose.
Ho finito.
lunedì 26 novembre 2007
per voi miscredenti
Questo è un personale e modestissimo presente a chi ancora crede che a football non si possa giocare come a rugby.
Lo so, nun c'entra n cazzo! Vi mollo con il consueto "tanto perdete!", sono certo che non mi smentirete.
Lo so, nun c'entra n cazzo! Vi mollo con il consueto "tanto perdete!", sono certo che non mi smentirete.
venerdì 23 novembre 2007
Pantheon del TM
torna la rubrica che traccia il profilo dei padri nobili del nightmare team
sarebbe banale presentare l'odierno personaggio con una sintetica scheda anagrafica: i più attenti cultori della materia potranno, tra le righe di questo suo scritto (tagliato per esigenze redazionali, vale a dire per evitare la censura di qualche trifolazebedei), carpire l'identità del Nostro
"Il vino che sorride
Io guardo le mie colline e ne sorseggio sovente il vino per non dubitare dei miei maestri. (…) Penso intenerito ai padri ligustini in viaggio verso occidente dalle stesse colline dove ha preso terra Noè, inventore del mosto; ai padri galli con la testa piatta; e alla propaganda romana che vorrebbe darla a intendere sulle esportazioni di viti in Europa. (…)
L'amico oltrepadano di mio padre ha già fatto vendemmia. (…) Tra poco nella sua casa di Canneto mangeremo salame trasudante lievissimo untume da fette precise e compatte; ravioli galleggianti nel brodo che occhieggia verde-oro grasso di cappone e biancostato; manzo brasato odoroso di aglio e di tenere cipolline; grana di Lodi con la goccia; uva verderea; dolce di pasta frolla. Sotto di noi, al ritorno, le rade luci della sera tremolanti nella pianura che ormai biancheggia di nebbia. E là prima solenne inciuccatura con gli anziani: ho dunque avuto un'altra promozione. (...)
Quando emigri, hai spesso nostalgia di mandorlati pieni rotondi, dai quali ti risvegli senz'aver cerchi alla testa; di moscati con pane e salame che anticipano la scoperta più raffinata ma piuttosto facile dei Sauternes con i patés. Se rientri al paese dirimpetto alle colline, idealizzi a tua volta il vin finu di Zeno Bergamaschi e Pipìn Brambilla, che è così pieno da allagarti le papille con strane sensazioni di acini vellutati di cera.(…)
Orgoglio d'un uomo è bere e capire sempre quel che si faccia, non solo bevendo. Prima attraversi a nuoto il Po traditore e la tribù ti promuove a vir in potenza. Ma sarai vero uomo se saprai bere mantenendo costantemente il cervello a pelo di brentina. Gino Agnelli, poeta, ti insegna a tradurre il pavese in italiano esaurendo poderosi "volumi" di Redavalle. Alla terza damigiana ci sarebbe già l'editore. Puoi anche dispensare consigli, allora. Maneggia la bottiglia con la circospezione di chi sposti un bucchero prezioso. Investi il cameriere con i tuoi stessi quarti di nobiltà ma troppo ignorante per sapere che una bottiglia di vino non è un'aranciata né una birra; che non si versa facendola glugluare, ma lentamente, così che non abbiano a sollevarsi le feci posate sul fondo. Impedisci a chiunque di riempirti il bicchiere rimasto a mezzo dopo l'ultima mescita: non vale dire che, tanto, è lo stesso vino: ogni bottiglia infatti ha una sua anima. Da come tratta la bottiglia, prima e durante la mescita, induci la cultura enoica del tuo ospite. Molta gente crede che bastino i quattrini per bere bene: si può bere anche male con vino ottimo, benché sia assiomatico e inevitabile il bere male con vino cattivo.
Risiedi a lungo in Francia e scopri l'organizzazione, la quale non può essere inciviltà. (…) Essi fanno il vino con una tecnica insigne: spinta all'eccesso, lo priva tuttavia del suo carattere più sincero. Quando la tecnica di vinificazione è eccessiva, hai l'impressione, bevendo, di baciare una donna troppo truccata: sempre donna è, ma forse andrebbe meglio al naturale. Comunque, non esageriamo: una Venere priva di tecnica e di pulizia può disgustarti, così come ti può attirare una racchietta che almeno sia brava e pulita.
Impari in Francia che il sommelier è un'istituzione in decadenza ma ancora viva. (…) Scopri che cambiar vino non è un pericolo, bensì una necessità se non proprio un dovere. (…) Si cambia qualità di vino per ogni cibo: agli antipasti, bianco secco freddo; per certi patés (terrines maison) buono anche il bianco con una vena di dolce, come l'hanno i bordolesi. E qui ricordo con orgoglio pane, salame e moscato delle mie colline (…).
Sul pesce e sui frutti di mare, ancora bianco. Sulle rane -piatto forte pavese- bianco secco se sono fritte, barbacarlo o barbera se sono in guazzetto. Sulle lumache alla bourguignonne, nessuno ti vieta di preferire il rosso allo chablis o al pouilly; sulle lumache in guazzetto, come si fanno da noi, lascia dire i cerebrali e bevi rosso: polenta e vino bianco sono di accostamento difficile, a meno che non si tratti di Cinque Terre (…).
Sulla carne, vino rosso e mai freddo. Qualcuno ostenta di pasteggiare a champagne: se ti accorgi che lo fa per strabiliare, digli che sa di turacciolo: non si merita altro.
Non ti formalizzare ai nomi né alle etichette: meglio un onesto plebeo di un nobile degenerato. Così, non spasimare sugli anni di cantina: certe solenni sturate sanno di liturgia e meritano rispetto: ma il vino, come le donne, è buono all'età giusta.
I francesi parlano di parfum per i bianchi e di bouquet per i rossi. Non siamo tanto pignoli: diciamo che un vino è profumato, che ha un aroma, se ce l'ha. I cugini dicono anche chaud d'un vino forte, alto di gradazione; complet di un vino che ha tutti i requisiti del suo standard; dur di un vino duro, senza velluto, che manca di moelleux, di morbidezza; enveloppé, involuto, per dire che scappa in bocca, non ha corpo, non è rotondo né pieno; frais, cioè fresco, quando vi è armonia fra tenore alcolico, acidità ed estratto (componenti tannici, salini, sospensioni fecali ecc.); fruité, d'un vino che sa veramente di uva; sec. secco, detto dei bianchi; vert, acerbo, che allega i denti.
Noi definiamo i vini con gli stessi aggettivi e con qualche altro, come pulito, fluido, liscio, razzente, amaro, abboccato, vivo, molle, spento, maturo, giusto, focoso, vellutato, denso, pesante, dotato anzi affetto di retrogusti, compatto, sincero...
Si capisce che si può bere anche senz'avere precisa cognizione di tutto questo: ma allora non si ha nemmeno il merito degli animali, che si dissetano bevendo gratuita acqua. E chi beve per mero vizio di gola o con fini distorti, subito lo vedi: gluglueggia con l'epiglottide come le bottiglie mal inclinate alla mescita: per delicato e nobile che sia, il vino se lo pompa come un oscena, birra: e si nutre di quello come potrebbe un amante della poesia mandando a memoria una composizione in lingua sconosciuta: i soli suoni non bastano: e così le sorsate.
Il vino va odorato con un lieve moto circolare del bicchiere, che lo arrubini e appanni prima di ricomporsi. Poi lo si accosta lentamente alle labbra e si alza in modo che la lingua ne sia ragionevolmente bagnata: papille gustative, terminazioni nervose delle gengive e delle guance, palato, retrobocca danno la misura del gusto, dell'acidità, del vigore e di tutte le doti o difetti che ho enumerato più sopra. Ma quando si sia definita la classe del vino, allora non bisogna indugiare troppo. Le ingenue ragazzole che centellinano sorso a sorso lo champagne, trattenendolo in bocca al punto da annegare le papille, quelle sono le più facili a perdere la tramontana. Il bere deve essere lento e continuo, quasi a formare sulla minor porzione di lingua un ruscelletto fluido e costante: meno si spande per la bocca e meno i vino ubriaca. Per contro, i bevitori ingordi si sborniano grossolanamente; ubriacarsi è quasi sempre disdicevole; inebbriarsi può essere bello ma è ben presto vietato agli abitudinari; bere, senza affogare il cervello è piacere sottile e raro, da veri specialisti.
Tutto questo ho imparato girando il mondo e soltanto il mio fegato può trovarci a ridire. (…).
Riconosco ad esempio che molte nostre vigne potrebbero dare di meglio: però in materia di rossi. I nostri bianchi sono qui per essere provati: in Italia hanno forse raggiunto lo standard più alto. (…)
Sul rosso ho idee altrettanto perentorie: si faccia migliore il buono e si lasci correre in pipeline verso Milano il rozzo pinard di coloro che, poveracci, bevono anche per nutrirsi. (…)
I francesi, che hanno saputo organizzarsi prima, impongono l'appellation controlée ai vini di certa classe. E tutto il resto chiamano genericamente pinard o beaujolais, che da noi, in Lombardia, sarebbe il nostrano o addirittura il "trani". Anche dei nostri vini dovremmo controllare il tono e la marca, e andarne a cercare i nomi antichi, senza più ricorrere a prestiti artificiosi. L'abbiano portata i migratori del cielo o della terra, la vite cresceva da noi otto secoli prima che i romani si affacciassero in Val Padana. Se può bastare questo a darci il diritto di essere noi stessi vediamo di non regalare nulla a nessuno, magari illudendoci di prendergli qualcosa!
pensate sia necessario aggiungere altro?
sarebbe banale presentare l'odierno personaggio con una sintetica scheda anagrafica: i più attenti cultori della materia potranno, tra le righe di questo suo scritto (tagliato per esigenze redazionali, vale a dire per evitare la censura di qualche trifolazebedei), carpire l'identità del Nostro
"Il vino che sorride
Io guardo le mie colline e ne sorseggio sovente il vino per non dubitare dei miei maestri. (…) Penso intenerito ai padri ligustini in viaggio verso occidente dalle stesse colline dove ha preso terra Noè, inventore del mosto; ai padri galli con la testa piatta; e alla propaganda romana che vorrebbe darla a intendere sulle esportazioni di viti in Europa. (…)
L'amico oltrepadano di mio padre ha già fatto vendemmia. (…) Tra poco nella sua casa di Canneto mangeremo salame trasudante lievissimo untume da fette precise e compatte; ravioli galleggianti nel brodo che occhieggia verde-oro grasso di cappone e biancostato; manzo brasato odoroso di aglio e di tenere cipolline; grana di Lodi con la goccia; uva verderea; dolce di pasta frolla. Sotto di noi, al ritorno, le rade luci della sera tremolanti nella pianura che ormai biancheggia di nebbia. E là prima solenne inciuccatura con gli anziani: ho dunque avuto un'altra promozione. (...)
Quando emigri, hai spesso nostalgia di mandorlati pieni rotondi, dai quali ti risvegli senz'aver cerchi alla testa; di moscati con pane e salame che anticipano la scoperta più raffinata ma piuttosto facile dei Sauternes con i patés. Se rientri al paese dirimpetto alle colline, idealizzi a tua volta il vin finu di Zeno Bergamaschi e Pipìn Brambilla, che è così pieno da allagarti le papille con strane sensazioni di acini vellutati di cera.(…)
Orgoglio d'un uomo è bere e capire sempre quel che si faccia, non solo bevendo. Prima attraversi a nuoto il Po traditore e la tribù ti promuove a vir in potenza. Ma sarai vero uomo se saprai bere mantenendo costantemente il cervello a pelo di brentina. Gino Agnelli, poeta, ti insegna a tradurre il pavese in italiano esaurendo poderosi "volumi" di Redavalle. Alla terza damigiana ci sarebbe già l'editore. Puoi anche dispensare consigli, allora. Maneggia la bottiglia con la circospezione di chi sposti un bucchero prezioso. Investi il cameriere con i tuoi stessi quarti di nobiltà ma troppo ignorante per sapere che una bottiglia di vino non è un'aranciata né una birra; che non si versa facendola glugluare, ma lentamente, così che non abbiano a sollevarsi le feci posate sul fondo. Impedisci a chiunque di riempirti il bicchiere rimasto a mezzo dopo l'ultima mescita: non vale dire che, tanto, è lo stesso vino: ogni bottiglia infatti ha una sua anima. Da come tratta la bottiglia, prima e durante la mescita, induci la cultura enoica del tuo ospite. Molta gente crede che bastino i quattrini per bere bene: si può bere anche male con vino ottimo, benché sia assiomatico e inevitabile il bere male con vino cattivo.
Risiedi a lungo in Francia e scopri l'organizzazione, la quale non può essere inciviltà. (…) Essi fanno il vino con una tecnica insigne: spinta all'eccesso, lo priva tuttavia del suo carattere più sincero. Quando la tecnica di vinificazione è eccessiva, hai l'impressione, bevendo, di baciare una donna troppo truccata: sempre donna è, ma forse andrebbe meglio al naturale. Comunque, non esageriamo: una Venere priva di tecnica e di pulizia può disgustarti, così come ti può attirare una racchietta che almeno sia brava e pulita.
Impari in Francia che il sommelier è un'istituzione in decadenza ma ancora viva. (…) Scopri che cambiar vino non è un pericolo, bensì una necessità se non proprio un dovere. (…) Si cambia qualità di vino per ogni cibo: agli antipasti, bianco secco freddo; per certi patés (terrines maison) buono anche il bianco con una vena di dolce, come l'hanno i bordolesi. E qui ricordo con orgoglio pane, salame e moscato delle mie colline (…).
Sul pesce e sui frutti di mare, ancora bianco. Sulle rane -piatto forte pavese- bianco secco se sono fritte, barbacarlo o barbera se sono in guazzetto. Sulle lumache alla bourguignonne, nessuno ti vieta di preferire il rosso allo chablis o al pouilly; sulle lumache in guazzetto, come si fanno da noi, lascia dire i cerebrali e bevi rosso: polenta e vino bianco sono di accostamento difficile, a meno che non si tratti di Cinque Terre (…).
Sulla carne, vino rosso e mai freddo. Qualcuno ostenta di pasteggiare a champagne: se ti accorgi che lo fa per strabiliare, digli che sa di turacciolo: non si merita altro.
Non ti formalizzare ai nomi né alle etichette: meglio un onesto plebeo di un nobile degenerato. Così, non spasimare sugli anni di cantina: certe solenni sturate sanno di liturgia e meritano rispetto: ma il vino, come le donne, è buono all'età giusta.
I francesi parlano di parfum per i bianchi e di bouquet per i rossi. Non siamo tanto pignoli: diciamo che un vino è profumato, che ha un aroma, se ce l'ha. I cugini dicono anche chaud d'un vino forte, alto di gradazione; complet di un vino che ha tutti i requisiti del suo standard; dur di un vino duro, senza velluto, che manca di moelleux, di morbidezza; enveloppé, involuto, per dire che scappa in bocca, non ha corpo, non è rotondo né pieno; frais, cioè fresco, quando vi è armonia fra tenore alcolico, acidità ed estratto (componenti tannici, salini, sospensioni fecali ecc.); fruité, d'un vino che sa veramente di uva; sec. secco, detto dei bianchi; vert, acerbo, che allega i denti.
Noi definiamo i vini con gli stessi aggettivi e con qualche altro, come pulito, fluido, liscio, razzente, amaro, abboccato, vivo, molle, spento, maturo, giusto, focoso, vellutato, denso, pesante, dotato anzi affetto di retrogusti, compatto, sincero...
Si capisce che si può bere anche senz'avere precisa cognizione di tutto questo: ma allora non si ha nemmeno il merito degli animali, che si dissetano bevendo gratuita acqua. E chi beve per mero vizio di gola o con fini distorti, subito lo vedi: gluglueggia con l'epiglottide come le bottiglie mal inclinate alla mescita: per delicato e nobile che sia, il vino se lo pompa come un oscena, birra: e si nutre di quello come potrebbe un amante della poesia mandando a memoria una composizione in lingua sconosciuta: i soli suoni non bastano: e così le sorsate.
Il vino va odorato con un lieve moto circolare del bicchiere, che lo arrubini e appanni prima di ricomporsi. Poi lo si accosta lentamente alle labbra e si alza in modo che la lingua ne sia ragionevolmente bagnata: papille gustative, terminazioni nervose delle gengive e delle guance, palato, retrobocca danno la misura del gusto, dell'acidità, del vigore e di tutte le doti o difetti che ho enumerato più sopra. Ma quando si sia definita la classe del vino, allora non bisogna indugiare troppo. Le ingenue ragazzole che centellinano sorso a sorso lo champagne, trattenendolo in bocca al punto da annegare le papille, quelle sono le più facili a perdere la tramontana. Il bere deve essere lento e continuo, quasi a formare sulla minor porzione di lingua un ruscelletto fluido e costante: meno si spande per la bocca e meno i vino ubriaca. Per contro, i bevitori ingordi si sborniano grossolanamente; ubriacarsi è quasi sempre disdicevole; inebbriarsi può essere bello ma è ben presto vietato agli abitudinari; bere, senza affogare il cervello è piacere sottile e raro, da veri specialisti.
Tutto questo ho imparato girando il mondo e soltanto il mio fegato può trovarci a ridire. (…).
Riconosco ad esempio che molte nostre vigne potrebbero dare di meglio: però in materia di rossi. I nostri bianchi sono qui per essere provati: in Italia hanno forse raggiunto lo standard più alto. (…)
Sul rosso ho idee altrettanto perentorie: si faccia migliore il buono e si lasci correre in pipeline verso Milano il rozzo pinard di coloro che, poveracci, bevono anche per nutrirsi. (…)
I francesi, che hanno saputo organizzarsi prima, impongono l'appellation controlée ai vini di certa classe. E tutto il resto chiamano genericamente pinard o beaujolais, che da noi, in Lombardia, sarebbe il nostrano o addirittura il "trani". Anche dei nostri vini dovremmo controllare il tono e la marca, e andarne a cercare i nomi antichi, senza più ricorrere a prestiti artificiosi. L'abbiano portata i migratori del cielo o della terra, la vite cresceva da noi otto secoli prima che i romani si affacciassero in Val Padana. Se può bastare questo a darci il diritto di essere noi stessi vediamo di non regalare nulla a nessuno, magari illudendoci di prendergli qualcosa!
pensate sia necessario aggiungere altro?
mercoledì 21 novembre 2007
ANNUNCIO VOBIS...
martedì 20 novembre 2007
sono fiero di voi
Bilancio (quasi) in pareggio
La giornata di ieri ha già detto quasi tutto a quasi tutti. Per la noia dei meneghini e il conforto delle ballerine assenti, una rapida sintesi, ma veramente sintetica
Cielo sereno, terreno umido, i canarini si presentano nella gabbia per il mach di Vale tudo pronti a non fare prigionieri, e a rifarsi dell’ultima cocente sconfitta. Il risultato finale li vede prevalere di misura, una misura minima, accresciuta dalla capacità che tutti, dal loro vate Tremonti in poi, gli riconoscono:
Cielo sereno, terreno umido, i canarini si presentano nella gabbia per il mach di Vale tudo pronti a non fare prigionieri, e a rifarsi dell’ultima cocente sconfitta. Il risultato finale li vede prevalere di misura, una misura minima, accresciuta dalla capacità che tutti, dal loro vate Tremonti in poi, gli riconoscono:
infatti, i giocolieri dei numeri riescono a metà gara a trasformare un pericoloso 5-2 in un creativo 6-2, fingendo di non sentire le pacate proteste degli avversari. Il risultato, complice il loro conterraneo Amidi, li vede prevalere 8-6 (ossia 7-6). Ricontate quanti gol ha fatto ognuno di voi, e scoprirete il punteggio reale.
Grazie anche agli schemi lungamente
ma recupera un inizio di tracollo, e conclude con orgoglio, cipiglio e Moretti (a tavola).
pagellino:
Bebo: ritrova lo smalto, lo mette sulle unghie del piede sinistro,
Bebo: ritrova lo smalto, lo mette sulle unghie del piede sinistro,
e con quello insacca un paio di palle da capitano. Volute o fortuite,
fanno punteggio. Il più lucido. 7-
Leo: viene caricato fin troppo dal coach, e si mette all’opera.
Leo: viene caricato fin troppo dal coach, e si mette all’opera.
Si sente in dovere di sopperire anche ai moccoli del taiboxato, e inveisce per una buona mezz’ora all’indirizzo dell’unico altro macinatore di chilometri. Ciò nonostante la sua prestazione è superiore alla media. Un punto in meno per i due gol divorati sotto porta. Un punto in più per le parate di grande importanza nel turno tra i pali (vedi? Tutto noto, e non tralascio). 7-
Luca: ordinato come sempre, ha l’impressione di correre e quella di stancarsi (forse si stanca davvero). Anche lui si impegna a massacrare di urla Sergio, ma da fermo. L’assenza del coach si sente, ma due coach ad interim sono troppo. Forse stanno cercando di provocare la prima madonna ufficiale dal vice capitano, ma le cronache non la registrano ancora. Recupera con la mortadella quello che non ha fatto in campo. 6 ½
Sergio: consapevole del peso della formazione avversaria, si erge a diga insieme a Leo, si erge ad attaccante insieme a Bebo, si erge a centrale insieme a Ivano, è talmente erto che pare alto come Lorenzo. Nella prima metà di gara tutto il gioco del teatro passa per i suoi piedi, e con questo ho detto tutto. I rimbrotti insensati dei due coach gli fanno venire ancora più sangue al cervello, e finisce a inseguire palle ovunque, specie dove fa meno danni. Grande saggezza nel togliersi dai coglioni quando serve. Non gli possiamo dare 7 perché, per la foga di stringere sulle caviglie dell’airone, se lo perde due volte, che il rapace monetizza. 8
Ivano: tra poche ore l’unico teatrante incinto, fa la differenza specie quando si mette dietro, da dove sembra un incrociatore: chiude su tutti e bombarda da lontano. Non è fortunato: sulle sue bordate da fuori, trova un paio di parate casuali, nessun rimpallo fortunato, e tanti bei pali (segue il grafico alla lettera). 9-
Terzo tempo in massa: ultimo (?) mojito - mortazza ai ferri – penne/ricotta/pomodori/olive/basilico - ciambellone caldo al frutto dell’ammore.
Luca: ordinato come sempre, ha l’impressione di correre e quella di stancarsi (forse si stanca davvero). Anche lui si impegna a massacrare di urla Sergio, ma da fermo. L’assenza del coach si sente, ma due coach ad interim sono troppo. Forse stanno cercando di provocare la prima madonna ufficiale dal vice capitano, ma le cronache non la registrano ancora. Recupera con la mortadella quello che non ha fatto in campo. 6 ½
Sergio: consapevole del peso della formazione avversaria, si erge a diga insieme a Leo, si erge ad attaccante insieme a Bebo, si erge a centrale insieme a Ivano, è talmente erto che pare alto come Lorenzo. Nella prima metà di gara tutto il gioco del teatro passa per i suoi piedi, e con questo ho detto tutto. I rimbrotti insensati dei due coach gli fanno venire ancora più sangue al cervello, e finisce a inseguire palle ovunque, specie dove fa meno danni. Grande saggezza nel togliersi dai coglioni quando serve. Non gli possiamo dare 7 perché, per la foga di stringere sulle caviglie dell’airone, se lo perde due volte, che il rapace monetizza. 8
Ivano: tra poche ore l’unico teatrante incinto, fa la differenza specie quando si mette dietro, da dove sembra un incrociatore: chiude su tutti e bombarda da lontano. Non è fortunato: sulle sue bordate da fuori, trova un paio di parate casuali, nessun rimpallo fortunato, e tanti bei pali (segue il grafico alla lettera). 9-
Terzo tempo in massa: ultimo (?) mojito - mortazza ai ferri – penne/ricotta/pomodori/olive/basilico - ciambellone caldo al frutto dell’ammore.
AUGURI VASCOOOOOOOO!!!!
lunedì 19 novembre 2007
Amarcord e froc... omosessualità latente
In questo numero dell'Amarcord analizziamo un lato scottante del Teatro che è comune ad altri Team (vgs Manchester City) e che ha rappresentato una piaga mai purtroppo stroncata: i piglianculo.
Fossero almeno capaci de giocà a calcetto...
Tutto nasce da un'innocente pagellone del Coach susseguente ad una partita (persa) contro dei finanzierotti non meglio specificati (si parla di due non meglio identificati Tafuri e Piddiu)...
The Coach
Tue, 20 Jun 2006 10:11:16
A grande richiesta ritorna il
PAGELLONE
iniziamo dalle note liete:
Leo: Dispiace ripetere sempre i soliti commenti, ma è quello che almeno ci mette un pò più di cuore. Tecnicamente inenarrabile, getta però il cuore oltre l'ostacolo (e spesso il pallone nei campi adiacenti). Purtroppo non basta per la sufficienza. 5
Vasco: Chiacchiera troppo, ma lo fa con il giusto spirito di cooperazione e/o indirizzo. Si vede chiaramente che le condizioni sono quelle che sono (viene da una settimana di cagotto), ma fa comunque troppo poco ed è patetico nei turni in porta. 4
Ivano: La differenza con gli altri teatranti c'è e si vede tutta. Scatena con Tafuri una sfida all'Ok Corral che meriterebbe altri palcoscenici, corre per tutta la (lunga) partita (ricordiamo che abbiamo giocato per circa 80 minuti) ma è stranamente impreciso, specie alla fine nelle conclusioni, oltre a macchiarsi di 2 disimpegni difensivi errati, mentre è in porta, su Piddiu (!!!!) che ci costano 2 goal. 6,5 (ma da lui ci si aspetterebbe un pò di più)
Serusuke: un fenomeno. Regge la squadra sulla linea di galleggiamento con le sue sole mano. Amministra e amminestra fascia e centrocampo con aperture fulminee e precise come traccianti. Spezza la manovra avversaria e riparte. Perfetto negli stop (quando tenta di eseguirli), ma è pressoché perfetto anche nelle giocate di prima. Un campione ritrovato. 4
Bebo: dall'alto della sua classe decide giustamente che a calcetto si può giocare anche da fermi. Il coach, sentitamente, ringrazia. 4
Nonostante tutto a 10 minuti dalla fine eravamo in vantaggio... Avessimo giocato come al solito un'ora avremmo vinto. E' in-cre-di-bi-le!!!!
Bebo
mercoledì 21 giugno 2006 12.01.18
attendo di vedere i risultati dell'ufficio indagini circa questo linciaggio morale cui ormai da troppo tempo sono sottoposto
per tale motivo, da oggi entrerò in silenzio stampa riguardo qualsiasi commento al pagellone: d'altro canto l'annebbiamento in campo dell'umbro-toscano-marchisciano non poteva non avere ripercussioni sulla sua percezione della realtà
come altri prima di me, pago le mie esternazioni sulle collusioni di potere, sui vari paragoni tra l'umbrotoscanomarchisciano e lo storico trifolacoglioni Benny, mentre alcuni, asserviti moralmente e materialmente (leggi leo, costretto a farsi accompagnare in macchina), non osano ribellarsi, oppure altri godono del fascino machista del cinghialesco giocatore in costume (e qui nemmeno devo dire di chi parlo...)
ma io andrò avanti per la mia strada (magari piano...) nella consapevolezza di essere indispensabile a questa squadra (sennò vince e nun ce vole più giocà nessuno contro)
The Coach
Data e ora imprecisate
Clamorosa dimenticanza!!!
Mi ero ripromesso di tenerne conto in fase di commento alla prestazione, ma, purtroppo, i molti impegni di lavoro mi hanno fatto obliare l'inobliabile.
Fortunatamente (o sfortunatamente) la comunicazione, quanto mai (in)opportuna, del CapitAno, mi ha riportato alla memoria viva una scena raccapricciante: Bebo e Serusuke che, mano nella mano, accedono allo spogliatoio del coach dopo essersi detersi (forse vicendevolmente) il (poco) sudore (nota per gli assenti: hanno fatto la doccia in un altro spogliatoio) e dichiarano in maniera quanto mai innocentesca che non verranno a mangiare la pizza con la squadra, spaccando di fatto in due il team (manco fossimo l'Inter). Non solo: la tenuta che sfoggiavano richiamava prepotentemente alla mente il gay pride gianduiotto, con quei jeans al ginocchio che mettevano in risalto le linee del polpaccetto.
Mi riservo pertanto di ritoccare il voto dei due luxuriosi inserendo il fattore G, che ha valore 0,5.
Per ottenere quindi il voto dei summensionati basta quindi prendere il voto X (che è comunque lo stesso per entrambi) e moltiplicarlo per il fattore G.
Non bastano 2 tempi per prendere l'insufficienza.
Per gli altri tutto permane immoto.
Giustizia è fatta.
V.
Serusuke
mercoledì 21 giugno 2006 17.06.27
Bene, al ritocco del pagellone prendiamo atto che il colluso e omofobico coach ha ritrovato la sua verve, smarrita per 48 ore dalle parti della Prenestina, e questo gli permette di moltiplicare il suo personale voto di un fattore GG (0,05). L'ironia che oggi gli fa guadagnare stima e amicizia non basta comunque a togliergli la corona, lo scettro e la medaglia di Gran Berciatore Cacacazzo, in grado di sfinire avversari e sopratutto onesti gregari, la cui voglia di buttare il cuore oltre l'ostacolo (si, mettiamocela questa metafora Pizzuliana!), la fiducia nel talvolta indispensabile tocco di prima (vietato anche al portiere dal cerbero umbrotosco) crolla miseramente lasciando sgomento il povero Ivano. Se da piu' parti e' sorto un nostalgico richiamo alla figura di Benny, la questione e' seria. Con meta' delle energie spese a bestemmiare (in modo per altro articolato e creativo), il terribile pungolo avversario verdevestito sarebbe stato ridotto a vittima sacrificale dal sedicente malaticcio.
Avrei voluto spezzare, per una volta, una lancia a favore del miglior Bebo del 2006 (e' tutto dire, lo so, ma questo e'), ma il suo ritorno all'allusione a presunte tendenze sessuali dei compagni, oltre a rivelarlo ufficialmente frocio mancato, non mi permettono di toglierlo dalla graticola.
Ci auguriamo di riverificare forma fisica, tecnica, fair play e killer istinct lunedi. Comunicare per tempo conferma incontro e convocati, please.
Bebo
mercoledì 21 giugno 2006
ho sempre sostenuto che la famiglia rovina l'infante e con il glabro serusuke la tesi non si smentisce: tutti quegli studiosi di materie psi in casa e altri influenti personaggi (che ora in casa non stanno più, aggiungerei per fortuna, ma l'Amico serusuke potrebbe dolersene) che parlano di "dinamiche", "intelligenza emotiva", ecc. ecc., hanno plagiato l'asburgico, oserei "il teutonico" o addirittura "lo spartano", Serusuke (stavolta maiuscolo...), impicciandogli la testa con quarantamila cazzate appunto psi (e qui chi vuole intendere anche craxiane è libero di farlo), diffuse da sessuofobici universalmente riconosciuti.
il ragionamento degli illustri pensatori è questo (semplificandolo in modo che sia comprensibile al povero serusuke-minuscolo):
ti piace dare il culo? allora sei omosessuale
non ti piace dare il culo? stai dicendo una bugia, dentro di te ti piacerebbe ma non osi ammetterlo, dunque sei omosessuale
semplice!
comunque, a volte ho pensato di essere omosessuale, poi le tette della prima che è passata mi ci hanno fatto ripensare
dedico a Serusuke questo aforisma di autore sconosciuto (ma sicuramente un grande filosofo): "penso e ripenso, nel mio pensar m'impazzo, quand'ho pensato tanto, non c'ho capito un cazzo!"
Fossero almeno capaci de giocà a calcetto...
Tutto nasce da un'innocente pagellone del Coach susseguente ad una partita (persa) contro dei finanzierotti non meglio specificati (si parla di due non meglio identificati Tafuri e Piddiu)...
The Coach
Tue, 20 Jun 2006 10:11:16
A grande richiesta ritorna il
PAGELLONE
iniziamo dalle note liete:
Leo: Dispiace ripetere sempre i soliti commenti, ma è quello che almeno ci mette un pò più di cuore. Tecnicamente inenarrabile, getta però il cuore oltre l'ostacolo (e spesso il pallone nei campi adiacenti). Purtroppo non basta per la sufficienza. 5
Vasco: Chiacchiera troppo, ma lo fa con il giusto spirito di cooperazione e/o indirizzo. Si vede chiaramente che le condizioni sono quelle che sono (viene da una settimana di cagotto), ma fa comunque troppo poco ed è patetico nei turni in porta. 4
Ivano: La differenza con gli altri teatranti c'è e si vede tutta. Scatena con Tafuri una sfida all'Ok Corral che meriterebbe altri palcoscenici, corre per tutta la (lunga) partita (ricordiamo che abbiamo giocato per circa 80 minuti) ma è stranamente impreciso, specie alla fine nelle conclusioni, oltre a macchiarsi di 2 disimpegni difensivi errati, mentre è in porta, su Piddiu (!!!!) che ci costano 2 goal. 6,5 (ma da lui ci si aspetterebbe un pò di più)
Serusuke: un fenomeno. Regge la squadra sulla linea di galleggiamento con le sue sole mano. Amministra e amminestra fascia e centrocampo con aperture fulminee e precise come traccianti. Spezza la manovra avversaria e riparte. Perfetto negli stop (quando tenta di eseguirli), ma è pressoché perfetto anche nelle giocate di prima. Un campione ritrovato. 4
Bebo: dall'alto della sua classe decide giustamente che a calcetto si può giocare anche da fermi. Il coach, sentitamente, ringrazia. 4
Nonostante tutto a 10 minuti dalla fine eravamo in vantaggio... Avessimo giocato come al solito un'ora avremmo vinto. E' in-cre-di-bi-le!!!!
Bebo
mercoledì 21 giugno 2006 12.01.18
attendo di vedere i risultati dell'ufficio indagini circa questo linciaggio morale cui ormai da troppo tempo sono sottoposto
per tale motivo, da oggi entrerò in silenzio stampa riguardo qualsiasi commento al pagellone: d'altro canto l'annebbiamento in campo dell'umbro-toscano-marchisciano non poteva non avere ripercussioni sulla sua percezione della realtà
come altri prima di me, pago le mie esternazioni sulle collusioni di potere, sui vari paragoni tra l'umbrotoscanomarchisciano e lo storico trifolacoglioni Benny, mentre alcuni, asserviti moralmente e materialmente (leggi leo, costretto a farsi accompagnare in macchina), non osano ribellarsi, oppure altri godono del fascino machista del cinghialesco giocatore in costume (e qui nemmeno devo dire di chi parlo...)
ma io andrò avanti per la mia strada (magari piano...) nella consapevolezza di essere indispensabile a questa squadra (sennò vince e nun ce vole più giocà nessuno contro)
The Coach
Data e ora imprecisate
Clamorosa dimenticanza!!!
Mi ero ripromesso di tenerne conto in fase di commento alla prestazione, ma, purtroppo, i molti impegni di lavoro mi hanno fatto obliare l'inobliabile.
Fortunatamente (o sfortunatamente) la comunicazione, quanto mai (in)opportuna, del CapitAno, mi ha riportato alla memoria viva una scena raccapricciante: Bebo e Serusuke che, mano nella mano, accedono allo spogliatoio del coach dopo essersi detersi (forse vicendevolmente) il (poco) sudore (nota per gli assenti: hanno fatto la doccia in un altro spogliatoio) e dichiarano in maniera quanto mai innocentesca che non verranno a mangiare la pizza con la squadra, spaccando di fatto in due il team (manco fossimo l'Inter). Non solo: la tenuta che sfoggiavano richiamava prepotentemente alla mente il gay pride gianduiotto, con quei jeans al ginocchio che mettevano in risalto le linee del polpaccetto.
Mi riservo pertanto di ritoccare il voto dei due luxuriosi inserendo il fattore G, che ha valore 0,5.
Per ottenere quindi il voto dei summensionati basta quindi prendere il voto X (che è comunque lo stesso per entrambi) e moltiplicarlo per il fattore G.
Non bastano 2 tempi per prendere l'insufficienza.
Per gli altri tutto permane immoto.
Giustizia è fatta.
V.
Serusuke
mercoledì 21 giugno 2006 17.06.27
Bene, al ritocco del pagellone prendiamo atto che il colluso e omofobico coach ha ritrovato la sua verve, smarrita per 48 ore dalle parti della Prenestina, e questo gli permette di moltiplicare il suo personale voto di un fattore GG (0,05). L'ironia che oggi gli fa guadagnare stima e amicizia non basta comunque a togliergli la corona, lo scettro e la medaglia di Gran Berciatore Cacacazzo, in grado di sfinire avversari e sopratutto onesti gregari, la cui voglia di buttare il cuore oltre l'ostacolo (si, mettiamocela questa metafora Pizzuliana!), la fiducia nel talvolta indispensabile tocco di prima (vietato anche al portiere dal cerbero umbrotosco) crolla miseramente lasciando sgomento il povero Ivano. Se da piu' parti e' sorto un nostalgico richiamo alla figura di Benny, la questione e' seria. Con meta' delle energie spese a bestemmiare (in modo per altro articolato e creativo), il terribile pungolo avversario verdevestito sarebbe stato ridotto a vittima sacrificale dal sedicente malaticcio.
Avrei voluto spezzare, per una volta, una lancia a favore del miglior Bebo del 2006 (e' tutto dire, lo so, ma questo e'), ma il suo ritorno all'allusione a presunte tendenze sessuali dei compagni, oltre a rivelarlo ufficialmente frocio mancato, non mi permettono di toglierlo dalla graticola.
Ci auguriamo di riverificare forma fisica, tecnica, fair play e killer istinct lunedi. Comunicare per tempo conferma incontro e convocati, please.
Bebo
mercoledì 21 giugno 2006
ho sempre sostenuto che la famiglia rovina l'infante e con il glabro serusuke la tesi non si smentisce: tutti quegli studiosi di materie psi in casa e altri influenti personaggi (che ora in casa non stanno più, aggiungerei per fortuna, ma l'Amico serusuke potrebbe dolersene) che parlano di "dinamiche", "intelligenza emotiva", ecc. ecc., hanno plagiato l'asburgico, oserei "il teutonico" o addirittura "lo spartano", Serusuke (stavolta maiuscolo...), impicciandogli la testa con quarantamila cazzate appunto psi (e qui chi vuole intendere anche craxiane è libero di farlo), diffuse da sessuofobici universalmente riconosciuti.
il ragionamento degli illustri pensatori è questo (semplificandolo in modo che sia comprensibile al povero serusuke-minuscolo):
ti piace dare il culo? allora sei omosessuale
non ti piace dare il culo? stai dicendo una bugia, dentro di te ti piacerebbe ma non osi ammetterlo, dunque sei omosessuale
semplice!
comunque, a volte ho pensato di essere omosessuale, poi le tette della prima che è passata mi ci hanno fatto ripensare
dedico a Serusuke questo aforisma di autore sconosciuto (ma sicuramente un grande filosofo): "penso e ripenso, nel mio pensar m'impazzo, quand'ho pensato tanto, non c'ho capito un cazzo!"
venerdì 16 novembre 2007
Convocazioni pre-parto
No, duri... Non è che parto e me ne vado (anche se molti della Finanza Creativa ci hanno sperato)... E' che questa è l'ultima convocazione prima della nascita della mia secondogenita ancora innomata, e che mi costringerà (forse) a saltare un terzo tempo.
Ma bando alle ciance, che questi sono CAZZI MIEI...
Stante la perdurante indisponibilità di Michele, congiunta a quella (fresca fresca) di Leo, ci troviamo in forte difficoltà. Speriamo di recuperare Luca (che, comunque, per ora convoco).
Ecco i "Fab Five"
Bebo (C) (Cazz, ma questo non manca mai?)
Vasco
Sergio
Luca
Forse Ivano? mò lo contatto poi ve faccio sapere...
Certo, se ogni tanto mettesse la faccia il Profugo Meneghino...
Ma bando alle ciance, che questi sono CAZZI MIEI...
Stante la perdurante indisponibilità di Michele, congiunta a quella (fresca fresca) di Leo, ci troviamo in forte difficoltà. Speriamo di recuperare Luca (che, comunque, per ora convoco).
Ecco i "Fab Five"
Bebo (C) (Cazz, ma questo non manca mai?)
Vasco
Sergio
Luca
Forse Ivano? mò lo contatto poi ve faccio sapere...
Certo, se ogni tanto mettesse la faccia il Profugo Meneghino...
giovedì 15 novembre 2007
Pantheon del TM
continua la rubrica così desiderata dai nostri appassionati frequentatori, con il ritratto di una grande personalità calcistica, di quelle che non ha ceduto alle lusinghe dell'apparire...
Nome: Gerd Müller
Data di nascita: 3 novembre 1945
Luogo di nascita: Nördlingen, Germania
Altezza: 174 cm
Peso: 74 kg
Ruolo: attaccante
Der Bomber
"Una partita di calcio è tutt'altro che facile, i gol non si segnano mai comodamente"
(titolo del singolo che Gerd Müller incise nel suo tentativo di sfondare nella musica pop)
Il nome Gerhard "Gerd" Müller è tuttora sinonimo di attaccante modello per eccellenza e gli incredibili record di "Der Bomber" rimangono a tutt'oggi imbattuti. Il centravanti del Bayern Monaco e della Germania segnò 365 gol in 427 presenze nella Bundesliga e 68 gol in 62 presenze internazionali, primati che nessun altro giocatore è mai riuscito a battere.
Quando Müller venne ingaggiato dalla squadra di seconda divisione del Bayern Monaco, nel 1964, l'allenatore Zlatko "Tschik" Cajkovski all'inizio rideva della strana costituzione dell'attaccante, lanciandogli frecciatine del tipo: "Cosa dovrei fare con un sollevatore di pesi?" Di fatto, le corte gambe di Müller su di un tronco piuttosto tozzo e con cosce massicce da 64 centimetri di circonferenza, gli davano un aspetto da sollevatore di pesi dell'Europa dell'Est. Il piccolo e tarchiato attaccante, che iniziò la carriera all'età di nove anni nella sua città natale di Nördlingen, progredì passando per numerose squadre junior, fino alla più importante compagine giovanile del TSV Nördlingen. Nel 1962/63 segnò la cifra incredibile di 180 gol, attribuendo la sua forza all'insalata di patate della madre.
Con Cajkovski, Müller fu costretto a rimanere in panchina per dieci partite, prima che l'allenatore mettesse il giovane attaccante in squadra. Al suo debutto in campionato, nell'ottobre del 1964, Müller segnò due volte contro il Friburgo. Cajkovski iniziò addirittura a riferirsi a lui in modo più affettuoso, definendolo il "piccolo e grasso Müller".
Nel 1965, Müller, Sepp Maier e Franz Beckenbauer, il trio che avrebbe poi portato il Bayern alla fama mondiale, guidarono la squadra alla promozione in Bundesliga. La squadra di Monaco di Baviera vinse la sua prima Coppa dei Campioni nel 1967, per poi ripetere l'esperienza tre volte di fila dal 1974 al 1976, coronando tutta questa serie di successi con un trionfo in Coppa Intercontinentale. Senza Gerd Müller quell'epoca gloriosa sarebbe stata inconcepibile. Müller fu capocannoniere della squadra ogni anno, dal 1964/65 al 1977/78, e per sette volte della Bundesliga (1967, 1969, 1970, 1972, 1973, 1974, 1978). Nel 1971/72 mise a segno 40 gol, una soglia che nessun altro giocatore ha mai raggiunto da allora. Il bomber festeggiò la vittoria nel Campionato Europeo nel 1972 dopo il successo della Germania Ovest sull'Unione Sovietica in finale, per poi realizzare l'incredibile e decisivo gol nell'atto conclusivo di Germania 1974 contro l'Olanda.
Müller ricorda: "Rainer Bonhof entra in area palla al piede. Corro in avanti con due olandesi alle calcagna, poi freno, perché il passaggio è arretrato. La palla rimbalza sul mio piede sinistro, io mi piego e mi volto leggermente ed improvvisamente è dentro", si illumina, ricreando la scena svoltasi al 43' nell'Olympiastadion di Monaco di Baviera.
Müller annunciò il suo ritiro dal calcio internazionale dopo essere diventato Campione del Mondo all'età di 28 anni. Voci di corridoio dissero che ciò fu dovuto al fatto che le mogli dei calciatori non erano state invitate al banchetto tenutosi dopo la finale del Mondiale.
Nel 1979 Müller accettò un ricco contratto per giocare negli Stati Uniti. Vedendo spegnersi la sua carriera di calciatore, Müller entrò in una profonda crisi. Il passaggio dalle vette della popolarità alla vita di tutti i giorni non fu facile per lui. Oltre all'occasionale firma di autografi o incontri tra celebrità, Müller non sapeva come occupare il tempo, a parte stare seduto per ore davanti alla televisione o discutere con la moglie. Beveva sempre di più.
In occasione del quarantesimo anniversario della Bundesliga, nell'agosto del 2003, Müller venne celebrato come personalità di spicco nella storia della Bundesliga. Gli oltre mille invitati al Coloneum di Colonia si alzarono in piedi e applaudirono per rendere omaggio a colui che ha contribuito in modo così determinante alla storia del calcio tedesco. L'onorificenza ricevuta si trova fianco a fianco con molti altri riconoscimenti accumulati nel corso della carriera. Nel 1967, all'età di 21 anni, venne nominato "Miglior giocatore tedesco dell'anno" per poi riconquistare il titolo due anni dopo. Nel 1970 fu il primo tedesco a vincere il Pallone d'Oro, dopo la vittoria della Scarpa d'Oro per il Mondiale del 1970. Un'ulteriore prova del suo status è data dalle tre presenze nel Top 11 della FIFA (1971, 1972, 1973) e una nel Top 11 dell'UEFA (1973). Oltre ai trofei sportivi, Müller ricevette l'Alloro d'Argento nel 1967 e la Croce Federale al Merito nel 1977.
Ed oggi, finalmente, può entrare di diritto nel Pantheon del TM!
Nome: Gerd Müller
Data di nascita: 3 novembre 1945
Luogo di nascita: Nördlingen, Germania
Altezza: 174 cm
Peso: 74 kg
Ruolo: attaccante
Der Bomber
"Una partita di calcio è tutt'altro che facile, i gol non si segnano mai comodamente"
(titolo del singolo che Gerd Müller incise nel suo tentativo di sfondare nella musica pop)
Il nome Gerhard "Gerd" Müller è tuttora sinonimo di attaccante modello per eccellenza e gli incredibili record di "Der Bomber" rimangono a tutt'oggi imbattuti. Il centravanti del Bayern Monaco e della Germania segnò 365 gol in 427 presenze nella Bundesliga e 68 gol in 62 presenze internazionali, primati che nessun altro giocatore è mai riuscito a battere.
Quando Müller venne ingaggiato dalla squadra di seconda divisione del Bayern Monaco, nel 1964, l'allenatore Zlatko "Tschik" Cajkovski all'inizio rideva della strana costituzione dell'attaccante, lanciandogli frecciatine del tipo: "Cosa dovrei fare con un sollevatore di pesi?" Di fatto, le corte gambe di Müller su di un tronco piuttosto tozzo e con cosce massicce da 64 centimetri di circonferenza, gli davano un aspetto da sollevatore di pesi dell'Europa dell'Est. Il piccolo e tarchiato attaccante, che iniziò la carriera all'età di nove anni nella sua città natale di Nördlingen, progredì passando per numerose squadre junior, fino alla più importante compagine giovanile del TSV Nördlingen. Nel 1962/63 segnò la cifra incredibile di 180 gol, attribuendo la sua forza all'insalata di patate della madre.
Con Cajkovski, Müller fu costretto a rimanere in panchina per dieci partite, prima che l'allenatore mettesse il giovane attaccante in squadra. Al suo debutto in campionato, nell'ottobre del 1964, Müller segnò due volte contro il Friburgo. Cajkovski iniziò addirittura a riferirsi a lui in modo più affettuoso, definendolo il "piccolo e grasso Müller".
Nel 1965, Müller, Sepp Maier e Franz Beckenbauer, il trio che avrebbe poi portato il Bayern alla fama mondiale, guidarono la squadra alla promozione in Bundesliga. La squadra di Monaco di Baviera vinse la sua prima Coppa dei Campioni nel 1967, per poi ripetere l'esperienza tre volte di fila dal 1974 al 1976, coronando tutta questa serie di successi con un trionfo in Coppa Intercontinentale. Senza Gerd Müller quell'epoca gloriosa sarebbe stata inconcepibile. Müller fu capocannoniere della squadra ogni anno, dal 1964/65 al 1977/78, e per sette volte della Bundesliga (1967, 1969, 1970, 1972, 1973, 1974, 1978). Nel 1971/72 mise a segno 40 gol, una soglia che nessun altro giocatore ha mai raggiunto da allora. Il bomber festeggiò la vittoria nel Campionato Europeo nel 1972 dopo il successo della Germania Ovest sull'Unione Sovietica in finale, per poi realizzare l'incredibile e decisivo gol nell'atto conclusivo di Germania 1974 contro l'Olanda.
Müller ricorda: "Rainer Bonhof entra in area palla al piede. Corro in avanti con due olandesi alle calcagna, poi freno, perché il passaggio è arretrato. La palla rimbalza sul mio piede sinistro, io mi piego e mi volto leggermente ed improvvisamente è dentro", si illumina, ricreando la scena svoltasi al 43' nell'Olympiastadion di Monaco di Baviera.
Müller annunciò il suo ritiro dal calcio internazionale dopo essere diventato Campione del Mondo all'età di 28 anni. Voci di corridoio dissero che ciò fu dovuto al fatto che le mogli dei calciatori non erano state invitate al banchetto tenutosi dopo la finale del Mondiale.
Nel 1979 Müller accettò un ricco contratto per giocare negli Stati Uniti. Vedendo spegnersi la sua carriera di calciatore, Müller entrò in una profonda crisi. Il passaggio dalle vette della popolarità alla vita di tutti i giorni non fu facile per lui. Oltre all'occasionale firma di autografi o incontri tra celebrità, Müller non sapeva come occupare il tempo, a parte stare seduto per ore davanti alla televisione o discutere con la moglie. Beveva sempre di più.
In occasione del quarantesimo anniversario della Bundesliga, nell'agosto del 2003, Müller venne celebrato come personalità di spicco nella storia della Bundesliga. Gli oltre mille invitati al Coloneum di Colonia si alzarono in piedi e applaudirono per rendere omaggio a colui che ha contribuito in modo così determinante alla storia del calcio tedesco. L'onorificenza ricevuta si trova fianco a fianco con molti altri riconoscimenti accumulati nel corso della carriera. Nel 1967, all'età di 21 anni, venne nominato "Miglior giocatore tedesco dell'anno" per poi riconquistare il titolo due anni dopo. Nel 1970 fu il primo tedesco a vincere il Pallone d'Oro, dopo la vittoria della Scarpa d'Oro per il Mondiale del 1970. Un'ulteriore prova del suo status è data dalle tre presenze nel Top 11 della FIFA (1971, 1972, 1973) e una nel Top 11 dell'UEFA (1973). Oltre ai trofei sportivi, Müller ricevette l'Alloro d'Argento nel 1967 e la Croce Federale al Merito nel 1977.
Ed oggi, finalmente, può entrare di diritto nel Pantheon del TM!
mercoledì 14 novembre 2007
Bollettino medico
Risulta chiaro a tutti come la sconfitta bruci terribilmente ai Canarini, che difatti si rifugiano sull'Aventino dopo la prova di forza del Teatro, nella notte di lunedì scorso.
Le voci su una possibile sconfitta accomodata stile Cameroun 82 vengono spazzate via sia dal livore dipinto sul viso degli sconfitti, sia dai risultati drammatici (nonchè ortopedici) del match.
In qualità di Coach, mi sono sentito in dovere di contattare telefonicamente il Capitano del fiero team giallo-verde, Carla Fracci, per sincerarmi delle sue condizioni.
Nel ringraziare Me, e con me tutto il Teatro Municipal, per l'attenzione dimostrata mi ha comunicato che al pronto soccorso gli hanno riscontrato una distorsione, con 5 gg. di riposo medico a letto, nonchè 1 mese di astinenza dal calcetto (vgs. foto allegata).
Detto questo non posso che cantare a squarciagola, con tutto il coro teatrale: "Salta con noi, magico Antero!!!"
Dolce è il sapore del Bombolone della Vittoria!!!
Le voci su una possibile sconfitta accomodata stile Cameroun 82 vengono spazzate via sia dal livore dipinto sul viso degli sconfitti, sia dai risultati drammatici (nonchè ortopedici) del match.
In qualità di Coach, mi sono sentito in dovere di contattare telefonicamente il Capitano del fiero team giallo-verde, Carla Fracci, per sincerarmi delle sue condizioni.
Nel ringraziare Me, e con me tutto il Teatro Municipal, per l'attenzione dimostrata mi ha comunicato che al pronto soccorso gli hanno riscontrato una distorsione, con 5 gg. di riposo medico a letto, nonchè 1 mese di astinenza dal calcetto (vgs. foto allegata).
Detto questo non posso che cantare a squarciagola, con tutto il coro teatrale: "Salta con noi, magico Antero!!!"
Dolce è il sapore del Bombolone della Vittoria!!!
martedì 13 novembre 2007
V for Vasco (o, se volete, Vendetta)
La mano pesante del Teatro si è abbattutta senza pietà sui poveri Canarini, iersera, in quel della Prenestina (vicino al deposito de l'atac... dopo il distributore, no ala prima, ala seconda, che quella è contromano... C'hai presente?).
Non poteva passare sotto traccia la batosta inflitta della Finanza Creativa la settimana scorsa ad un Teatro in condizioni di forma aberranti, e non potevano i legittimi e riconosciuti leader di questo prestigioso Team lasciare che il labaro bianconeruto assaporasse ancora una volta il gusto aspro della polvere...
La cena di sabato sera a base di estrogeni e le indicazioni tattiche del Coach, unite al carisma di un Capitano quanto mai caricato nello spronare i Teatranti accorsi in quel di Capo Peloro, hanno fatto il miracolo... Quelli e i rientri di Leo, con l'aggiunta di Umberto, al posto di Luca (che doveva assolutamente rifiatare, per riproporsi al top della forma la prossima settimana) e di un Andrea opacizzato dalla prole (che a breve questo destino tocchi anche a qualcun altro?)...
Un Teatro pregno di motivazioni, quindi, quello che ha affrontato e schiantato una Finanza Creativa presentatasi con una formazione di tutto rispetto: Antero (C), Luca (Coach), Lorenzo (con una caviglia in disordine, a onor del vero), Vincenzo O'Rey e Gigi "er metronomo", sono elementi tra i più affidabili della compagine giallo-verde.
La differenza, come sempre a questi livelli, l'ha fatta la motivazione...
Pronti via e Leo insifona dalla brevissima distanza un pallone respinto del portiere su tiro di Sergio. Qualche cazzata difensiva palesa la grinta del Coach che non lascia passare nulla, distribuendo reprimenda a destra e a manca.
Nonostante la Sua guida ferma, il Teatro incassa il pareggio su percussione laterale del Metronomo, che sfrutta un rimpallo su Leo e insacca all'incrocio.
Ma da questo momento la partita, virtualmente, finisce.
Il Teatro mostra tutte le sue doti e poche pecche, segnando a rotazione praticamente con tutti gli effettivi in sequenza (Bebo con parabola liftata, Vasco su assist del Capitano, Sergio su assist del Coach, ancora Sergio che intercetta un pallone a centrocampo e con un pallonetto maligno insacca nella porta vuota e, infine, Vasco al termine di un'azione stile "Olanda di Cruijff", con tutti gli effettivi PORTIERE COMPRESO, che toccano il pallone in velocità).
Sbigottiti da questa dimostrazione di soverchiante potenza, i Canarini si sfaldano: in rapida successione fanno harakiri Carla Fracica (che dimostra la sua fragilità) e Vincenzo Masaniello, che abbandonano la pugna, lasciando a Vasco l'onere della maglia scura, per la sgambata finale che niente ha da aggiungere ad una soirée da Teatro d'annata, con i Teatranti che dimostrano voglia di strafare imbastendo una cagnara (sedata con un colpo di pistola dal Coach) con i pischelli che devono giocare il turno successivo sul Centrale del TTT, a ulteriore conferma che le energie psico-fisiche non si erano ancora esaurite.
PAGELLONE
Bebo (c): segna un gran gol con un pallonetto liftato che sorprende un Metronomo intento forse a fare un crucintarsio... Dimostra grinta, abnegazione e applicazione agli schemi, guidando alla vittoria il Suo Team. 7
Vasco: inizia titubante per un problema ai legamenti che lo convince ad indossare il tutore di Sergio. Dopo un inizio stentato in cui si mangia un gol clamoroso, capisce che la via non è quella giusta, si strappa di dosso i ferri ed inizia a spingere da par suo: doppietta ed assist il suo bottino. 7
Leo: Si sentiva, come no, la mancanza di questo mastino del centrocampo. Offre il suo costante contributo di grinta e tenacia. Segna il gol d'apertura da rapace dell'area di rigore e non si risparmia fino al trionfo finale. 7
Sergio: Compie le solite cazzate d'avvio, poi ingrana la seconda (non gli si può chiedere di più) e si mette in riga, mettendo a referto la doppietta, un passaggio eccellente per Bebo che cincischia e se lo magna, una buona disposizione e una frittata di cipolle di alta qualità che gli regala la palma di migliore. 7+
Umberto: il "Philip Mexes etero" dimostra tutto il suo valore ergendo una diga di fronte al portiere, su cui si infrangono i sogni dei Canarini di uscire per l'ennesima volta indenni dal TTT Coloseum. I piedi sono quello che sono, e, di conseguenza, perfetti per integrarsi nelle trame tattiche del Teatro. 7
Non poteva passare sotto traccia la batosta inflitta della Finanza Creativa la settimana scorsa ad un Teatro in condizioni di forma aberranti, e non potevano i legittimi e riconosciuti leader di questo prestigioso Team lasciare che il labaro bianconeruto assaporasse ancora una volta il gusto aspro della polvere...
La cena di sabato sera a base di estrogeni e le indicazioni tattiche del Coach, unite al carisma di un Capitano quanto mai caricato nello spronare i Teatranti accorsi in quel di Capo Peloro, hanno fatto il miracolo... Quelli e i rientri di Leo, con l'aggiunta di Umberto, al posto di Luca (che doveva assolutamente rifiatare, per riproporsi al top della forma la prossima settimana) e di un Andrea opacizzato dalla prole (che a breve questo destino tocchi anche a qualcun altro?)...
Un Teatro pregno di motivazioni, quindi, quello che ha affrontato e schiantato una Finanza Creativa presentatasi con una formazione di tutto rispetto: Antero (C), Luca (Coach), Lorenzo (con una caviglia in disordine, a onor del vero), Vincenzo O'Rey e Gigi "er metronomo", sono elementi tra i più affidabili della compagine giallo-verde.
La differenza, come sempre a questi livelli, l'ha fatta la motivazione...
Pronti via e Leo insifona dalla brevissima distanza un pallone respinto del portiere su tiro di Sergio. Qualche cazzata difensiva palesa la grinta del Coach che non lascia passare nulla, distribuendo reprimenda a destra e a manca.
Nonostante la Sua guida ferma, il Teatro incassa il pareggio su percussione laterale del Metronomo, che sfrutta un rimpallo su Leo e insacca all'incrocio.
Ma da questo momento la partita, virtualmente, finisce.
Il Teatro mostra tutte le sue doti e poche pecche, segnando a rotazione praticamente con tutti gli effettivi in sequenza (Bebo con parabola liftata, Vasco su assist del Capitano, Sergio su assist del Coach, ancora Sergio che intercetta un pallone a centrocampo e con un pallonetto maligno insacca nella porta vuota e, infine, Vasco al termine di un'azione stile "Olanda di Cruijff", con tutti gli effettivi PORTIERE COMPRESO, che toccano il pallone in velocità).
Sbigottiti da questa dimostrazione di soverchiante potenza, i Canarini si sfaldano: in rapida successione fanno harakiri Carla Fracica (che dimostra la sua fragilità) e Vincenzo Masaniello, che abbandonano la pugna, lasciando a Vasco l'onere della maglia scura, per la sgambata finale che niente ha da aggiungere ad una soirée da Teatro d'annata, con i Teatranti che dimostrano voglia di strafare imbastendo una cagnara (sedata con un colpo di pistola dal Coach) con i pischelli che devono giocare il turno successivo sul Centrale del TTT, a ulteriore conferma che le energie psico-fisiche non si erano ancora esaurite.
PAGELLONE
Bebo (c): segna un gran gol con un pallonetto liftato che sorprende un Metronomo intento forse a fare un crucintarsio... Dimostra grinta, abnegazione e applicazione agli schemi, guidando alla vittoria il Suo Team. 7
Vasco: inizia titubante per un problema ai legamenti che lo convince ad indossare il tutore di Sergio. Dopo un inizio stentato in cui si mangia un gol clamoroso, capisce che la via non è quella giusta, si strappa di dosso i ferri ed inizia a spingere da par suo: doppietta ed assist il suo bottino. 7
Leo: Si sentiva, come no, la mancanza di questo mastino del centrocampo. Offre il suo costante contributo di grinta e tenacia. Segna il gol d'apertura da rapace dell'area di rigore e non si risparmia fino al trionfo finale. 7
Sergio: Compie le solite cazzate d'avvio, poi ingrana la seconda (non gli si può chiedere di più) e si mette in riga, mettendo a referto la doppietta, un passaggio eccellente per Bebo che cincischia e se lo magna, una buona disposizione e una frittata di cipolle di alta qualità che gli regala la palma di migliore. 7+
Umberto: il "Philip Mexes etero" dimostra tutto il suo valore ergendo una diga di fronte al portiere, su cui si infrangono i sogni dei Canarini di uscire per l'ennesima volta indenni dal TTT Coloseum. I piedi sono quello che sono, e, di conseguenza, perfetti per integrarsi nelle trame tattiche del Teatro. 7
lunedì 12 novembre 2007
Convocazioni del 12.11.2007
Poche ciance: c'è un affronto da lavare col sangue...
(certo che ogni settimana me tocca scrive la stessa cosa)
Quindi convocazioni e, soprattutto, grinta e voglia di vincere che manco Maicol Gei Focs nella mise da lupo mannaro.
Ecco i fortunati convocati dal Coach:
Bebo (C)
Vasco
Leo
Sergio
Umberto
vae victis
The Coach
(certo che ogni settimana me tocca scrive la stessa cosa)
Quindi convocazioni e, soprattutto, grinta e voglia di vincere che manco Maicol Gei Focs nella mise da lupo mannaro.
Ecco i fortunati convocati dal Coach:
Bebo (C)
Vasco
Leo
Sergio
Umberto
vae victis
The Coach
venerdì 9 novembre 2007
Pantheon del TM
con questo post si inaugura una nuova rubrica del più fico blog del ventiduesimo secolo (chi vivrà vedrà)
come il PD, anche il TM, ha il suo pantheon, che rappresenta i simboli, le idee, i punti di riferimento della vita quotidiana del nightmare team amatriciano.
e non si poteva non iniziare con l'icona fondamentale......
"Ho speso un sacco di soldi per alcol, donne e macchine veloci... Tutti gli altri li ho sperperati."
Il Belfast City Airport è stato rinominato alla memoria di George Best, leggenda del calcio di Belfast. Il nuovo nome è stato svelato durante la cerimonia in cui i familiari del calciatore e gli amici di sempre si sono incontrati presso l'aeroporto il 22 maggio 2006, giorno in cui Best avrebbe compiuto 60 anni. La famiglia di Best ha ammesso che questo è stato il più importante riconoscimento alla memoria che avrebbero potuto dedicare al genio del calcio.
Nel marzo 2006, Flybe, il maggiore operatore dell'aeroporto, ha chiamato un aereo The George Best. Questo mezzo speciale, un Q400 con l'effigie del giocatore, è stato utilizzato dalla famiglia Best per gli spostamenti verso Manchester in occasione delle cerimonie alla sua memoria.
Nel centro di Belfast sarà realizzata anche una statua in suo onore, mentre all'Old Trafford, stadio del Manchester United, sono al vaglio diverse proposte per commemorare uno dei suoi più grandi campioni.
Dal 27 novembre 2006, due giorni dopo il primo anniversario della sua morte, l'Ulster Bank ha diffuso circa un milione di banconote da 5 Sterline nel Nord Irlanda e nella zone di Manchester recanti la sua effige.
è necessario spiegare perché è nel Pantheon del TM?
Sodali del TM! ora e sempre AVANTI!
come il PD, anche il TM, ha il suo pantheon, che rappresenta i simboli, le idee, i punti di riferimento della vita quotidiana del nightmare team amatriciano.
e non si poteva non iniziare con l'icona fondamentale......
"Ho speso un sacco di soldi per alcol, donne e macchine veloci... Tutti gli altri li ho sperperati."
Il Belfast City Airport è stato rinominato alla memoria di George Best, leggenda del calcio di Belfast. Il nuovo nome è stato svelato durante la cerimonia in cui i familiari del calciatore e gli amici di sempre si sono incontrati presso l'aeroporto il 22 maggio 2006, giorno in cui Best avrebbe compiuto 60 anni. La famiglia di Best ha ammesso che questo è stato il più importante riconoscimento alla memoria che avrebbero potuto dedicare al genio del calcio.
Nel marzo 2006, Flybe, il maggiore operatore dell'aeroporto, ha chiamato un aereo The George Best. Questo mezzo speciale, un Q400 con l'effigie del giocatore, è stato utilizzato dalla famiglia Best per gli spostamenti verso Manchester in occasione delle cerimonie alla sua memoria.
Nel centro di Belfast sarà realizzata anche una statua in suo onore, mentre all'Old Trafford, stadio del Manchester United, sono al vaglio diverse proposte per commemorare uno dei suoi più grandi campioni.
Dal 27 novembre 2006, due giorni dopo il primo anniversario della sua morte, l'Ulster Bank ha diffuso circa un milione di banconote da 5 Sterline nel Nord Irlanda e nella zone di Manchester recanti la sua effige.
è necessario spiegare perché è nel Pantheon del TM?
Sodali del TM! ora e sempre AVANTI!
giovedì 8 novembre 2007
Sic transit gloria mundi...(?)
Questa è l'unica frase latina che si adatta alla perfezione alla parabola teatrale. Da irrisori ad irrisi... Sembra ieri che Bebo "doppiopassava" Benny, Pico e i ragazzi del calcetto; che Sergio arava la fascia come un Lamborghini con aratro annesso; che Vasco umiliava fisicamente gli avversari; che Leo dribblava... ah, no, Leo non dribblava nemmeno prima.... Però azzannava senza pietà le caviglie... Bhè, in effetti azzanna tuttora.... Bisogna ammettere che Leo è più o meno allo stesso livello di un lustro fa: sono gli altri che sono implosi.
E' pur vero che questa inizialmente tanto bistratta compagine giallo-verde è forse la più forte con la quale ci siamo confrontati (forse solo Albero e i suoi bravi erano su questo livello fisico e tecnico, ma erano più disordinati).
Ormai sembra che la china (o anche il FerroChina, viste le performance alcooliche dei nostri, che sono rimasta l'unica cosa rilevante da noi prodotta) che il Teatro sta percorrendo sia quella finale.
Sembra quasi che vi sia rassegnazione nei muscoli arrugginiti e nelle menti offuscate dei Teatranti che si impegnano il minimo indispensabile sul campo, per poi infilare le gambe ancora fresche sotto il tavolo di via Capo Peloro, dove gli addominali sblusati dei Nostri Campioni vengono sottoposti, finalmente, ad uno sforzo degno della loro antica e quasi dimenticata storia passata.
Ma è veramente così?
Siamo definitivamente pronti per passare dal calcetto giocato a quello chiacchierato?
Non esiste in noi nemmeno più una scintilla di quella fiamma che ardeva sfrontata e che inceneriva, che annichiliva, chi si opponeva al nostro fraseggio?
IO NON CI CREDO!!!
Io non voglio credere che i sogni debbano per forza finire all'alba.
Siamo ancora giovani (Sergio a parte) e forti. Abbiamo dalla nostra un Coach sapiente che può guidare il Team verso nuovi orizzonti: verso un gioco nuovo (non un nuovo sport), verso una rivoluzione tattica che possa mettere in difficoltà questi ragazzi che si credono ormai invincibili, ma che, come l'inter, non hanno nel DNA la GLORIA BIANCONERA.
Al nostro Capitano la fascia e, con essa, l'onere di spingere questa compagine alla ricerca di nuovi stimoli, di quella luce che brillava e che ora sonnecchia come brace sotto la cenere. Ma c'è, lo giuro, e presto la vittoria tornerà ad arriderci.
A noi il compito di rialzare la testa.
AVANTI, COMPAGNI TEATRANTI... CHE LA FORZA SIA CON NOI
E' pur vero che questa inizialmente tanto bistratta compagine giallo-verde è forse la più forte con la quale ci siamo confrontati (forse solo Albero e i suoi bravi erano su questo livello fisico e tecnico, ma erano più disordinati).
Ormai sembra che la china (o anche il FerroChina, viste le performance alcooliche dei nostri, che sono rimasta l'unica cosa rilevante da noi prodotta) che il Teatro sta percorrendo sia quella finale.
Sembra quasi che vi sia rassegnazione nei muscoli arrugginiti e nelle menti offuscate dei Teatranti che si impegnano il minimo indispensabile sul campo, per poi infilare le gambe ancora fresche sotto il tavolo di via Capo Peloro, dove gli addominali sblusati dei Nostri Campioni vengono sottoposti, finalmente, ad uno sforzo degno della loro antica e quasi dimenticata storia passata.
Ma è veramente così?
Siamo definitivamente pronti per passare dal calcetto giocato a quello chiacchierato?
Non esiste in noi nemmeno più una scintilla di quella fiamma che ardeva sfrontata e che inceneriva, che annichiliva, chi si opponeva al nostro fraseggio?
IO NON CI CREDO!!!
Io non voglio credere che i sogni debbano per forza finire all'alba.
Siamo ancora giovani (Sergio a parte) e forti. Abbiamo dalla nostra un Coach sapiente che può guidare il Team verso nuovi orizzonti: verso un gioco nuovo (non un nuovo sport), verso una rivoluzione tattica che possa mettere in difficoltà questi ragazzi che si credono ormai invincibili, ma che, come l'inter, non hanno nel DNA la GLORIA BIANCONERA.
Al nostro Capitano la fascia e, con essa, l'onere di spingere questa compagine alla ricerca di nuovi stimoli, di quella luce che brillava e che ora sonnecchia come brace sotto la cenere. Ma c'è, lo giuro, e presto la vittoria tornerà ad arriderci.
A noi il compito di rialzare la testa.
AVANTI, COMPAGNI TEATRANTI... CHE LA FORZA SIA CON NOI
mercoledì 7 novembre 2007
rebus sic stantibus
[7.72] Quibus rebus cognitis ex perfugis et captivis, Caesar haec genera munitionis instituit. Fossam pedum viginti directis lateribus duxit, ut eius fossae solum tantundem pateret quantum summae fossae labra distarent. Reliquas omnes munitiones ab ea fossa pedes quadringentos reduxit, [id] hoc consilio, quoniam tantum esset necessario spatium complexus, nec facile totum corpus corona militum cingeretur, ne de improviso aut noctu ad munitiones hostium multitudo advolaret aut interdiu tela in nostros operi destinatos conicere possent. Hoc intermisso spatio duas fossas quindecim pedes latas, eadem altitudine perduxit, quarum interiorem campestribus ac demissis locis aqua ex flumine derivata complevit. Post eas aggerem ac vallum duodecim pedum exstruxit. Huic loricam pinnasque adiecit grandibus cervis eminentibus ad commissuras pluteorum atque aggeris, qui ascensum hostium tardarent, et turres toto opere circumdedit, quae pedes LXXX inter se distarent.
7.73] Erat eodem tempore et materiari et frumentari et tantas munitiones fieri necesse deminutis nostris copiis quae longius ab castris progrediebantur: ac non numquam opera nostra Galli temptare atque eruptionem ex oppido pluribus portis summa vi facere conabantur. Quare ad haec rursus opera addendum Caesar putavit, quo minore numero militum munitiones defendi possent. Itaque truncis arborum aut admodum firmis ramis abscisis atque horum delibratis ac praeacutis cacuminibus perpetuae fossae quinos pedes altae ducebantur. Huc illi stipites demissi et ab infimo revincti, ne revelli possent, ab ramis eminebant. Quini erant ordines coniuncti inter se atque implicati; quo qui intraverant, se ipsi acutissimis vallis induebant. Hos cippos appellabant. Ante quos obliquis ordinibus in quincuncem dispositis scrobes tres in altitudinem pedes fodiebantur paulatim angustiore ad infimum fastigio. Huc teretes stipites feminis crassitudine ab summo praeacuti et praeusti demittebantur, ita ut non amplius digitis quattuor ex terra eminerent; simul confirmandi et stabiliendi causa singuli ab infimo solo pedes terra exculcabantur, reliqua pars scrobis ad occultandas insidias viminibus ac virgultis integebatur. Huius generis octoni ordines ducti ternos inter se pedes distabant. Id ex similitudine floris lilium appellabant. Ante haec taleae pedem longae ferreis hamis infixis totae in terram infodiebantur mediocribusque intermissis spatiis omnibus locis disserebantur; quos stimulos nominabant.
7.74] His rebus perfectis regiones secutus quam potuit aequissimas pro loci natura quattuordecim milia passuum complexus pares eiusdem generis munitiones, diversas ab his, contra exteriorem hostem perfecit, ut ne magna quidem multitudine, si ita accidat, munitionum praesidia circumfundi possent; ac ne cum periculo ex castris egredi cogatur, dierum triginta pabulum frumentumque habere omnes convectum iubet.
quando l'avremo tradotto, vinceremo: considerato che l'unico del TM che conosce il latino (ah, ah, ah) è il cuoco, stamo freschi....
7.73] Erat eodem tempore et materiari et frumentari et tantas munitiones fieri necesse deminutis nostris copiis quae longius ab castris progrediebantur: ac non numquam opera nostra Galli temptare atque eruptionem ex oppido pluribus portis summa vi facere conabantur. Quare ad haec rursus opera addendum Caesar putavit, quo minore numero militum munitiones defendi possent. Itaque truncis arborum aut admodum firmis ramis abscisis atque horum delibratis ac praeacutis cacuminibus perpetuae fossae quinos pedes altae ducebantur. Huc illi stipites demissi et ab infimo revincti, ne revelli possent, ab ramis eminebant. Quini erant ordines coniuncti inter se atque implicati; quo qui intraverant, se ipsi acutissimis vallis induebant. Hos cippos appellabant. Ante quos obliquis ordinibus in quincuncem dispositis scrobes tres in altitudinem pedes fodiebantur paulatim angustiore ad infimum fastigio. Huc teretes stipites feminis crassitudine ab summo praeacuti et praeusti demittebantur, ita ut non amplius digitis quattuor ex terra eminerent; simul confirmandi et stabiliendi causa singuli ab infimo solo pedes terra exculcabantur, reliqua pars scrobis ad occultandas insidias viminibus ac virgultis integebatur. Huius generis octoni ordines ducti ternos inter se pedes distabant. Id ex similitudine floris lilium appellabant. Ante haec taleae pedem longae ferreis hamis infixis totae in terram infodiebantur mediocribusque intermissis spatiis omnibus locis disserebantur; quos stimulos nominabant.
7.74] His rebus perfectis regiones secutus quam potuit aequissimas pro loci natura quattuordecim milia passuum complexus pares eiusdem generis munitiones, diversas ab his, contra exteriorem hostem perfecit, ut ne magna quidem multitudine, si ita accidat, munitionum praesidia circumfundi possent; ac ne cum periculo ex castris egredi cogatur, dierum triginta pabulum frumentumque habere omnes convectum iubet.
quando l'avremo tradotto, vinceremo: considerato che l'unico del TM che conosce il latino (ah, ah, ah) è il cuoco, stamo freschi....
guai ai vinti!
brenno-bruno e i suoi galli hanno fatto il sacco: senza mancare di rispetto all'avversario, hanno affondato il pedale dell'acceleratore, come si conviene a una compagine leale
onore ai vincitori della battaglia!
guai ai vinti!
è la peggiore sconfitta che il TM abbia mai subito, resterà una macchia indelebile nella storia del team, 18-4... sembrava di vedere gli all-blacks contro l'italietta....
non voglio cercare ragioni a questa clamorosa debacle (giocare il martedi, invertire il campo di gioco, il pallone supertele al posto dell'ordinario pallone a rimbalzo controllato, l'ultimo sequestro di una grossa partita di droga a parte della Gdf, i funghi allucinogeni mangiati a casa Levi-Pagnacco il giorno prima, il fuso orario di bebo tornato stremato dalla trasferta nelle terre dell'est, il fioretto - non bestemmiare - del coach in vista del parto di Biancamina, ecc.) , MA, c'è un MA...
tito livio ci racconta il sacco di roma, datato nel 390 a.c.: cosa fu dei galli nei secoli a venire? come finì la battaglia di alesia del 52 a.c.? che fine fece vertingetorige? cosa fu l'umiliazione subita dai Romani in confronto alla magnificenza dell'Impero? e, infine, come è finita l'ultima finale mondiale?
anche hitler, dopo i bombardamenti di londra, pensava che ormai l'inghilterra sarebbe definitivamente capitolata, MA churchill e gli inglesi resistettero nei loro rifugi e la fine della storia la conosciamo tutti
ecco, è questo il momento che sta vivendo il TM: bruttissimo, tremendo, MA è l'eterna lotta del Bene contro il Male e non possiamo tirarci indietro davanti alla Storia!
haddavenì baffone!
Parola del Capitano
onore ai vincitori della battaglia!
guai ai vinti!
è la peggiore sconfitta che il TM abbia mai subito, resterà una macchia indelebile nella storia del team, 18-4... sembrava di vedere gli all-blacks contro l'italietta....
non voglio cercare ragioni a questa clamorosa debacle (giocare il martedi, invertire il campo di gioco, il pallone supertele al posto dell'ordinario pallone a rimbalzo controllato, l'ultimo sequestro di una grossa partita di droga a parte della Gdf, i funghi allucinogeni mangiati a casa Levi-Pagnacco il giorno prima, il fuso orario di bebo tornato stremato dalla trasferta nelle terre dell'est, il fioretto - non bestemmiare - del coach in vista del parto di Biancamina, ecc.) , MA, c'è un MA...
tito livio ci racconta il sacco di roma, datato nel 390 a.c.: cosa fu dei galli nei secoli a venire? come finì la battaglia di alesia del 52 a.c.? che fine fece vertingetorige? cosa fu l'umiliazione subita dai Romani in confronto alla magnificenza dell'Impero? e, infine, come è finita l'ultima finale mondiale?
anche hitler, dopo i bombardamenti di londra, pensava che ormai l'inghilterra sarebbe definitivamente capitolata, MA churchill e gli inglesi resistettero nei loro rifugi e la fine della storia la conosciamo tutti
ecco, è questo il momento che sta vivendo il TM: bruttissimo, tremendo, MA è l'eterna lotta del Bene contro il Male e non possiamo tirarci indietro davanti alla Storia!
haddavenì baffone!
Parola del Capitano
bella seratina tra amici
Bella, bellissima giornata ieri sul cielo di Roma, una mite temperatura lasciava immaginare di essere ancora una volta tornati all’estate, l’ideale per una serata tra amici, con una buona cena dopo la partita di canasta. Il tempo si è guastato un po’ all’imBRUNire, e il noioso verso di CICALA ha fatto perdere un po’ del fascino alla stellata novembrina. La partita si è svolta in modo ordinato, le carte – e i cartoni – sono venute giù sul tavolo verde, che ricordava i campetti dei bimbi che giocano con la palla. Il primo a tentare l’affondo era Vasco, che regalava un momentaneo vantaggio alla sua squadra. Finora si era giocato senza MACCHIA, gli animi non erano ancora al MASSIMO. Poi, complice il cambio di mazzo, l’inerzia della partita girava. Il mazzo lo facevano sempre gli stessi, prendendo tutte le palle, pardon, picche. Luca non si avvedeva che era cambiata briscola, adesso erano gli AIRONI, pardon, i quadri a regnare, quadri da incorniciare, usando tutti i margini della rete, pardon, della tela; e di briscole ne prendeva tante, insieme a Sergio; la coppia in difesa si trovava peggio di quando, in vantaggio, poteva condurre la mano. Nemmeno con il cambio alla poltrona, con Andrea che sostituiva Luca, sembrava giovare molto; in difesa si continuava a ballare, sembrava un assolo della etoile nazionale, la CARLA FRACCI che ancora ci invidiano in tutto il mondo. Finalmente un sussulto d’orgoglio: Bebo si siede al tavolo verde e… no, dove vai, la cena è per dopo capitano, finiamo la partita! Buona la cena, ottima come sempre, tre portate di qualità, anzi quattro, con il doppio dessert. Certo, meglio sarebbe stato concludere con una bella fanciulla a contare le stelle cadenti. Ma ci eravamo già stancati abbastanza a contare i punti del mazzo, due, mi pare, o diciotto forse, via siamo lì. Per la prossima settimana, però, non contate sulla rivincita: non veniamo mica dalla montagna del SAPONARO.
Paginetta delle pagelline:
Leo: Ancora una volta, anzi per la prima, migliore in campo. Fa sempre la cosa giusta; sentendo aria di tempesta, si rifugia per tempo nel chianti, a brindare alla facciaccia nostra. Darà BATTAGLIA la prossima volta. 8
Ivano: si impegna, ma le figure non le vuole fare, e le scarta pure se sono del seme che regna. Ormai tiene famiglia, e non rischia l’infortunio. 7
Prof: be’, qualcosina di più ce lo aspettavamo, uomo d’arte e di scienza ormai gioca solo con le lombarde (le carte, dico). Ma il suo silenzio degli ultimi giorni va premiato. 7=
Umberto: convocato all’ultimo momento, sostiene di avere un tavolo di bridge sull’Aurelia, e non si presenta. Gli diamo la sufficienza sulla fiducia, e per la partita di asso piglia tutto della semana scorsa. 6
E basta. Cosa? Erano solo in quattro? E perché quanti ne avete visti voi? E in quanti si gioca la canasta? Aho, ma se manco sai le regole, vattele a rivedé: http://www.canasta.net/
Paginetta delle pagelline:
Leo: Ancora una volta, anzi per la prima, migliore in campo. Fa sempre la cosa giusta; sentendo aria di tempesta, si rifugia per tempo nel chianti, a brindare alla facciaccia nostra. Darà BATTAGLIA la prossima volta. 8
Ivano: si impegna, ma le figure non le vuole fare, e le scarta pure se sono del seme che regna. Ormai tiene famiglia, e non rischia l’infortunio. 7
Prof: be’, qualcosina di più ce lo aspettavamo, uomo d’arte e di scienza ormai gioca solo con le lombarde (le carte, dico). Ma il suo silenzio degli ultimi giorni va premiato. 7=
Umberto: convocato all’ultimo momento, sostiene di avere un tavolo di bridge sull’Aurelia, e non si presenta. Gli diamo la sufficienza sulla fiducia, e per la partita di asso piglia tutto della semana scorsa. 6
E basta. Cosa? Erano solo in quattro? E perché quanti ne avete visti voi? E in quanti si gioca la canasta? Aho, ma se manco sai le regole, vattele a rivedé: http://www.canasta.net/
lunedì 5 novembre 2007
furore!
i canarini potranno vincere ancora mille battaglie, ma perderanno la guerra!
già alcuni di loro hanno rinunciato a confrontarsi con la gloriosa compagine del TM: dove sono finiti? pavide ombre dei guerrieri che furono, al primo accenno di panza post-matrimoniale hanno lasciato il campo di battaglia!
e così sarà nel futuro: non curanti del tempo che passa, i novelli dorian gray del TM vedranno invecchiare le loro figurine, ma continueranno imperituri ad opporsi al Potere costituito dei canarini, sgherri al soldo di Moggi e Giraudo, ormai burattinai dei campi di periferia
come spiegare altrimenti la lunga serie di sconfitte, casualmente interrotta in rare occasioni, del TM nell'anno e mezzo appena trascorso? guarda caso, dallo scoppio di calciopoli in poi, i canarini hanno cominciato a vincere!
ma torneranno, prestissimo, i tempi in cui questi uccelletti paglierini beccheranno: già si vede come moggi ha ricominciato, nell'ombra, a gestire il campionato di serie A.....
FURORE!
già alcuni di loro hanno rinunciato a confrontarsi con la gloriosa compagine del TM: dove sono finiti? pavide ombre dei guerrieri che furono, al primo accenno di panza post-matrimoniale hanno lasciato il campo di battaglia!
e così sarà nel futuro: non curanti del tempo che passa, i novelli dorian gray del TM vedranno invecchiare le loro figurine, ma continueranno imperituri ad opporsi al Potere costituito dei canarini, sgherri al soldo di Moggi e Giraudo, ormai burattinai dei campi di periferia
come spiegare altrimenti la lunga serie di sconfitte, casualmente interrotta in rare occasioni, del TM nell'anno e mezzo appena trascorso? guarda caso, dallo scoppio di calciopoli in poi, i canarini hanno cominciato a vincere!
ma torneranno, prestissimo, i tempi in cui questi uccelletti paglierini beccheranno: già si vede come moggi ha ricominciato, nell'ombra, a gestire il campionato di serie A.....
FURORE!
Edizione straordinaria
Mi collego e vi posto soltanto per confermare che, come disposto dal prefetto Serra in collaborazione con il capo della polizia Manganelli (nomen omen) stasera non si terrà la partità precedentemente prevista tra Teatro Municipal e Finanza Creativa, che, per ragioni di ordine pubblico, è stata spostata a domani, stessa ora stesso campo.
I convocati sono:
Bebo (C)
Vasco
Sergiao e suo Cognato (ma Cognato sarà un nome??? Bah...)
Luca
Hasta Luego...
...e intermerda...
I convocati sono:
Bebo (C)
Vasco
Sergiao e suo Cognato (ma Cognato sarà un nome??? Bah...)
Luca
Hasta Luego...
...e intermerda...
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